Secondo appuntamento di “Io parlo l’arte”, progetto condiviso del Dipartimento d’Arte del Liceo Don Lorenzo Milano, coordinato dalla Storica dell’Arte e Archeologa Simona Speranza di cui è referente l’artista Veronica Vecchione. Gli studenti a indirizzo triennale artistico di Napoli Est con i loro docenti (tra i tanti la scultrice Diana D’Ambrosio, l’esperto di media integrati Davide Adinolfi e l’Architetto Carlo Esposito) , hanno incontrato l’artista Gianluigi Masucci, il quale li ha guidati verso una visione dell’arte, come linguaggio simbolico in grado di muoversi come singolo organismo, nel nome del quale la connessione tra individui diviene forma di benessere, un flusso nel nome del quale è possibile essere parte del tutto, di un insieme e di una comunità.
“L’arte è strumento per varcare le soglie dell’invisibile e l’atto della creazione rende il tutto un unico artista” dice agli studenti, che di loro rispondono “quando creo penso che devo farlo e basta” o “dipingo quando sto male” L’arte (spiega agli studenti) è qualcosa che consente di curare lo spazio e che spinge in certe direzioni, aiuta a conoscere noi stessi e a volere conoscere l’altro, attraverso l’arte conosciamo cose che non vediamo, spostiamo il punto di vista riuscendo ad osservare intorno a noi, questo processo laborioso necessita di persistenza, necessario è ascoltare le proprie sensazioni e disciplinarsi in questo.
La creazione è sempre un rapporto con lo spazio determinata dai quattro elementi (acqua, fuoco, terra e aria), l’opera è in quanto tale un’antenata che consente di muovere e gestire relazioni, memorie, ricordi e legami. La parola chiave della creatività è “ascolto”, questo antepone la processuali alla produzione artistica, sovente ci si dimentica che l’azione creativa nasce a occhi chiusi. Gianluigi si è confrontato con gli studenti anche sul fuoco di San Giovanni del 24 Giugno (nella notte di San Giovanni), data ideale per interrogarsi sul futuro tra fede e magia, per sciogliere il piombo e danzare intorno al fuoco, cosa vieta di pensare all’arte come divinazione? Il segno è natura che danza, l’arte è connessione: propone agli studenti la realizzazione di un’opera condivisa, una scultura di fuoco alimentata in cerchio intorno a un fuoco, nel nome di una processualità del fare che sappia essere non razionale, fuoco è luce, quello che sono gli studenti e i giovani artisti del domani di Napoli Est.
L’incontro tra gli studenti (e i docenti) d’indirizzo artistico e Gianluigi Masucci è stato così partecipato e condiviso d’apparire iniziatico, cosa determinerà questa magia? Ascolto reciproco parlando il linguaggio dell’arte, in qualche modo s’interfaccerà con il progetto del Museo didattico e dialettico del Don Milani e la data del 24 Giugno, su tutto la processualità che sa tradursi in ritualizzazione, il linguaggio simbolico è importante: cessiamo di parlare di produzione!
di Mimmo Di Caterino