Al Museo di Capodimenonte a Napoli, c’è la mostra “Oltre Caravaggio”, un modo per contestualizzare come i linguaggi dell’arte, siano sempre frutto di connessioni e interazioni di visioni e prospettive, tra artisti e il Genius loci della realtà in cui operano. La visione di fondo è quella di una Napoli multietnica e multiculturale, territorio di confronto tra diversi posizionamenti (contemporanei) del fare arte.
Oltre Caravaggio, sta per non solo Caravaggio e ciò che si è determinato a partire da lui, verso un territorio di contrapposizione tra idealismo e naturalismo nell’arte, io per questioni di tensione sensoriale e intellettiva propendo per la scientificità dell’osservazione naturale, rispetto alla mistificazione (che talvolta rasenta la propaganda) dell’idealizzazione di ciò che si mostra. Quello che viene sublimato, è l’esercizio di maniera, la specializzazione di genere, insomma chi l’ha detto che “lavorare alla maniera di…” o “citare il linguaggio di…” non sia artistico? Sapete quanti artisti, proprio nel nome di questo, decidono, uno volta ottenuta la licenza d’Alta Formazione Artistica, di continuare il proprio percorso nel settore del Restauro conservativo, proprio per preservare e legittimare il linguaggio dell’altro? Si può così apprezzare la forza e la delicatezza compositiva teatrale di Mattia Preti (che chiude il seicento a Malta, proprio come il Caravaggio), che ci mostra Cristo rispondere agli Ebrei, che gli chiedono se fosse giusto pagare un tributo a Cesare “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio” o scacciare Satana facendolo precipitare da un monte. L’eclettismo di Ribera, arriva a confrontarsi nel genere della natura morta, con Ruoppolo e Recco (giganti in materia), con la sua “Natura morta con testa di caprone”.
Poi tanto altro oltre Caravaggio (che a dirla tutta è un grande magnete turistico, ma quando la sua produzione si sposta per l’altrove del sistema mussale globalizzato interconnesso, non arresta certo ciò che è, ed è da sempre, il Genius loci Napoletano), Francesco Fracanzano con il “Trionfo di Bacco”, Anton Van Dick con una sua sublime “Crocifissione”, Caravaggio traghetta nel seicento, passando per Luca Giordano e Francesco Solimena, fino ad arrivare al realismo Ottocentesco italiano, insomma, la nuova frontiera della Storia dell’Arte, pare essere, per esigenze anche di produzione dell’evento espositivo e d’abbattimento dei costi, quello della valorizzazione di ciò che è avvenuto nel proprio territorio, quanto sarebbe bello se nel nome della contemporaneità, mercanti, galleristi, curatori e collezionisti, applicassero lo stesso lucido e razionale ragionamento all’arte contemporanea? Quanto sarebbe bello, se le istituzioni celebrassero l’arte contemporanea residente, invece di sublimare ciò che avviene dall’altrove in maniera provinciale? Al Don Lorenzo Milani di San Giovanni a Teduccio, il 30 Settembre, riceveremo Jorit, nell’ambito del progetto didattico e dialettico, rivolto agli studenti del Liceo, “Io parlo l’arte”.
Dite che non c’è un filo rosso dell’arte, che ci conduce Oltre Caravaggio, da Mattia Preti a Jorit? L’arte contemporanea residente è sempre internazionale, oggi Jorit, e ieri Mattia Preti, lo rappresentano agli studenti del Liceo Artistico, strutturalmente cittadini del mondo che verrà, dove il locale ha tutti gli strumenti, per parametrarsi, e dialogare con pari dignità con il globale. Il progetto mira a contrastare il fenomeno della dispersione scolastica, e fare leggere l’Alta Formazione Artistica, a degli studenti d’area periferica (quella di Napoli Est), che quotidianamente senza il Liceo Artistico, non potrebbero rappresentarsi la formazione creativa, come una possibilità d’autodeterminazione creativa professionale a partire dal Sé e le sue problematiche formative d’assestamento di un’identità: la dispersione scolastica in Campania ha numeri da spavento, è la seconda Regione d’Europa per dispersione scolastica, la prima? La Sardegna! Come meravigliarsi del dato, Cagliari è l’unica città metropolitana e capoluogo di Regione, nell’intero Occidente priva di pubblica Alta Formazione Artistica, Jorit è passato formativamente per l’Accademia di Belle Arti di Napoli, oggi è un artista di fama internazionale, Napoli una possibilità la concede ai suo talenti, da queste parti l’arte si parla, è c’è la possibilità di studiare e possedere il linguaggio!
di Mimmo Di Caterino