Io parlo l’arte: Marcello Sannino!

L'Opinione di Mimmo Di Caterino

Nell’ambito di “Io parlo l’arte”, progetto condiviso del Dipartimento d’Arte del Don Lorenzo Milani, il principale Liceo di Napoli Est, dove la periferia diventa centro della didattica dell’arte, gli studenti dell’indirizzo artistico, hanno incontrato il regista Marcello Sannino, importante figura della scena cinematografica Napoletana, il cui impegno sociale va ben oltre la sua figura professionale, dal 2008 al 2016 ha collaborato con l’Arci Movie di Ponticelli, Parallelo 41 e Figli del Bronx, sovente collabora con scuole e studenti nella realizzazione di corti che raccolgono partecipazioni ai prestigiosi film di categoria.

I suoi lavori più famosi sono “Rosa pietra stella”, “La seconda natura” e “corde”, film storici pluripremiati. Marcello Sannino, invitato all’incontro dal docente Davide Esposito Adinolfi (artista esperto di media integrati, tra gli elementi fondanti del progetto “Cuore di Napoli”), è un cantore e un profondo conoscitore della poetica e dell’humus culturale di una Napoli che non si ferma, limita e delimita alla cartolina culturale per turisti, in un’ottica attivistica di presidio culturale del territorio, lo scorso anno, con gli studenti del Don Lorenzo Milani, ha realizzato un corto documentario, nel territorio di San Giovanni/Barra, dal nome “Il mare nascosto”, agli studenti ha raccontato come a diciannove anni ha compreso che avrebbe fatto del cinema la sua ragione di vita, raccontato della sua gavetta da fotografo e regista di video documenti di matrimonio (“una volta nel Menù trovai i cornetti della mattina successiva e i festeggiamenti furono con dodici cantanti neomelodici, di cui mi è stata chiesta l’intera esibizione filmata”), di quanto sia importante entrare in empatia entropica con i soggetti con i quali si lavora, al punto da fare diventare nell’ambito del documentario, la telecamera qualcosa d’organico e naturalmente presente nel loro spazio e vita, al punto da essere chiamato nel nome del “questa sera girerai una grande scena”.

Nella realtà di Napoli città metropolitana, l’arte e gli artisti, conoscono il valore creativo ed energetico delle periferie, e la loro azione didattica ne previene la dispersione, questo vuole dire essere una capitale culturale dell’intera area mediterranea, quante volte l’ho fatto presente a Cagliari e alle sue forze amministrative politiche e di governo, pensate m’abbiano capito? Se portassi, in un’ottica anti dispersione scolastica, tutti i giovani creativi Cagliaritani ad alimentare il dibattito artistico e culturale nella periferia di Napoli Est? Visto che risiedono in un’area priva d’Alta Formazione Artistica, per loro il Bronx di San Giovanni a Teduccio, offrirebbe loro molte più opportunità di quante ne hanno nell’isola.

Di Mimmo Di Caterino

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