Arte e filosofia, sono strettamente interconnesse, esistono come gioco di specchi, riflesso prospettico di un pensiero e di una rappresentazione con la quale si entra in relazione. Artisti e filosofi vivono tempi complicati, ridotti a strumenti finalizzati a veicolare interessi: fenomeni mass mediatici rasentano il circense, Umberto Galimberti, Diego Fusaro o Massimo Cacciari, legati alla politica amministrativa della nostra nazione, alimentano nel nome dell’esercizio dialettico (e didattico) insito nella filosofia, l’amministrazione del pensiero dell’altro direzionandolo verso il pensiero unico attraverso un citazionismo tecnico.
Sono approdato dall’isola, in un Liceo intitolato a Don Lorenzo Milani, dove la “disobbedienza è una virtù”, a San Giovanni a Teduccio, dove la periferia diventa centro, dove convivono diverse anime che sanno essere sinergiche, dove la filosofia sa d’essere trasversale a differenti indirizzi liceali, e dove un filosofo è un artista: Raffaele Lucariello, docente a cui gli studenti m’hanno comparato appena arrivato, (“Prufessò, appartenité a Lucariello? Sité ‘a stessa cosa”), al punto che quando c’incrociamo si sente: “il multiverso!”; sottintendendo che una stessa forma di vita, sia alimentata in diversi spazi temporali.
Non sapevo chi fosse questo collega a cui i ragazzi mi comparavano, fin quando non me l’ha presentato una collega, una scultrice, Diana D’Ambrosio, Raffaele mi ha donato il suo ultimo lavoro filosofico, edizioni Castelvecchi 2022, “Raccontami una cosa bella, le favole di Maria Montessori”, testo che nella pratica ci fa comprendere come l’origine dei linguaggi simbolici dell’arte in tutte le loro protesi e ramificazioni, facciano capo alla nostra dimensione umana con un software biologico che abbiamo in dotazione e che, riusciamo a utilizzare soltanto con la giusta applicazione, quella che ci guida verso la scoperta di noi attraverso la concettualizzazione, l’osservazione, la riflessione e l’espressione che filtra il tutto attraverso la risonanza interiore di ciò che dall’esterno, viene filtrato nei nostri ipogei coscienziali.
Non solo questo, Raffaelle accompagna il suo saggio sul metodo Montessori, con dei suoi lavori artistici, disegni sulla carta del pane che quotidianamente lo nutre, trattati con segni che completa attraverso media integrati, dal ritmo e dalla poesia surreale. Un saggio da leggere, nel nome di quello che è l’Alta Formazione Artistica, qualcosa a cui si può arrivare da tutte le strade, sempre che s’abbia l’intenzione di calarsi nei meandri del sapere, con la consapevolezza che se non si domanda non ci si orienta, lo sanno gli artisti, lo sanno i filosofi e lo sa Raffaele Lucariello.
A proposito, la domanda per fare nascere la sede distaccata dell’Accademia di Sassari a Cagliari? Così, tanto per chiedere domandando.
di Mimmo Di Caterino