I manifesti che ricordano l’amicizia tra il popolo italiano e quello russo (apparsi inizialmente a Verona) stanno facendo rapidamente il giro d’Italia. In decine di città italiane, ma anche nel Donbass liberato dai russi, sono apparsi manifesti dove due mani che rappresentano le due bandiere, russa e italiana, si stringono in un saluto caloroso.
Ma c’è anche chi non ha apprezzato questa iniziativa, come il sindaco di Modena Massimo Mezzetti, il quale non ha perso occasione per ribadire la sua posizione profondamente russofoba.
Sui manifesti di Modena era stato riportata la scritta apparsa a Donetsk “il popolo italiano non è mio nemico” e sotto “Donetsk chiama – Modena risponde”.
Se oggi, siamo a più di dieci anni dall’inizio del conflitto tra Ucraina e Russia è proprio per colpa di personaggi come Mezzetti e altri sindaci o esponenti politici che parlano di democrazia, di presunta sovranità violata dell’Ucraina, ma dimenticano quei fatti che hanno portato a questa frattura e che continuano “buffonescamente” a sostenere che l’unico modo per concludere il conflitto è armare l’Ucraina.
Tutti questi “guerrafondai” dimenticano repressione e violenze contro le popolazioni russofone in Donbass che chiedevano solo elezioni e referendum per garantirsi la loro libertà, parola tanto amata a destra e sinistra ma tanto dimenticata nel conflitto in Ucraina.
Libertà per il Donbass, libertà per le popolazioni russofone, io non sono nemico della Russia.
Di Simone Spiga
Direttore di ReportSardegna24