Nell’aprile del 1981, Robert Gerard Sands (poeta, Repubblicano irlandese nelle file del partito SINN FEIN, volontario dell’IRA) si trova in stato di detenzione presso il carcere di Longkesh a pochi chilometri da Belfast quando, appena ventisettenne, viene eletto Deputato del Governo inglese nella Camera dei Comuni di Westminster, e con 30.000 voti ottiene una vittoria strategica per i Repubblicani irlandesi e una amara sconfitta per il Governo Tatcher.
Dal 1 marzo 1981 ,insieme ad altri detenuti stava praticando lo sciopero della fame come protesta per richiedere il riconoscimento dello status di prigioniero politico e non quello di criminali comuni. L’essere diventato Onorevole non cambió la sorte del giovane, tanto meno la Presidente si lasció impietosire dalla possibile morte per inedia di un suo parlamentare, nessun compromesso.
La premier proseguí a definire Sands e gli altri scioperanti detenuti, uomini nel blocco H di Longkesh e donne della prigione di Armagh, con lo status di criminali comuni. L’ultimo sciopero della fame duro’ per Bobby sessantasei giorni, il 5 maggio morì di stenti nella cella del carcere dove era detenuto a meno di un mese dalla sua elezione a Deputato.
Divenne lo sciopero della fame più famoso del novecento, portó a conoscenza dell’attenzione pubblica mondiale la situazione delle carceri Irlandesi in cui, nel periodo tra il 1970 e il 1980, la forma dell’ “habeas corpus” era stata abolita con condizioni di detenzione disumane. Nei primi diciassette giorni di sciopero della fame Sands inizió a scrivere un diario, quotidianamente vi lasciava i suoi pensieri che poi faceva uscire dal carcere firmando ogni testo con l’alias “Marcella”.
Diario da cui estraiamo parte di un suo racconto: “Una volta mio nonno mi disse che imprigionare un’allodola e’ uno dei crimini piu’ crudeli, perche’ l’allodola e’ tra i simboli piu’ alti di liberta’ e felicita’. Sovente parlava dello spirito dell’allodola, riferendosi alla storia di un uomo che aveva rinchiuso uno dei suoi tanto amati amici in una piccola gabbia. L’allodola, soffrendo per la perdita della sua liberta’, non cantava piu’ a squarciagola, ne’ aveva piu’ nulla di cui esser felice. L’uomo che aveva compiuto tale atrocita’, cosi’ come la definiva mio nonno, esigeva che l’allodola facesse cio’ che lui desiderava: cioe’ cantare piu’ forte che poteva, obbedire alla sua volonta’, cambiare la sua natura per soddisfare il suo piacere e vantaggio.
L’allodola si rifiuto’. L’uomo allora si arrabbio’ e divento’ violento. Comincio’ a far pressioni sull’allodola affinche’ cantasse, ma inevitabilmente non ottenne alcun risultato. […]” Marcella alias Bobby Sands cit. del racconto “L’allodola e il combattente per la libertà “, tratto dal diario dal carcere “Un giorno nella mia vita”.