Nell’ambito di “Io parlo l’arte”, progetto del Dipartimento d’arte del Don Lorenzo Milani, coordinato dalla storica dell’arte Simona Speranza, facente capo all’artista Veronica Vecchione, in un’ottica di centralizzazione della periferia di Napoli Est nella topografia della ricerca didattica dell’arte dell’area di Napoli città metropolitana, motore di ricerca d’avanguardia nel tessuto artistico e culturale cittadino, ha incontrato gli studenti del Liceo Artistico, lo scrittore e regista Luigi Pingitore, autore di documentari Rai sul artisti come Jago e Jorit, sul museo Madre e su Vincenzo Gemito, scrittore (i linguaggi dell’arte sono tra di loro interconnessi e multimediali) di romanzi come “Tutta la bellezza deve morire” e “In the mood”.
Dopo avere incontrato esponenti della street e publica art come Jorit e Iabo, essersi confrontati con gli aspetti giuridici del fare arte contemporanea con l’avvocato Roberto Colantonio, gli studenti del Don Lorenzo Milani, si sono potuti confrontare con le problematiche e le dinamiche legate alle produzioni di contenuti cinematografici dialogando con Luigi Pingitore, molto interessato al loro universo creativo e culturale, indagandone soggetti, sceneggiature e gusti cinematografici, letterari e artistici degli artisti che verranno e saranno, ponendoli in una condizione di protagonismo diretto riguardo il proprio futuro, approcciando l’arte come processo da tradursi in progetto di ricerca prima che di prodotto. Luigi Pingitore, ha fatto riflettere anche su quali siano gli elementi fondanti di una mente creativa, distillando connessioni tra pietre miliari della storia dell’arte e della cultura novecentesca. Dovendo dare una definizione di cosa debba fare ed essere un artista, è partito da una massima di Thomas Jefferson, terzo presidente e padre fondatore degli Stati Uniti d’America: “Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto.”
Vi viene in mente una massima più efficace per sintetizzare la tensione che spinge oltre la soglia del limite, di generazione in generazione, la ricerca artistica in un’ottica d’evoluzione culturale comune? Questa è l’Alta Formazione Artistica, sa essere dialettica, didattica e bene comune, arriva dovunque e comunque, nulla è più prezioso di un giovane artista in formazione: a Napoli Est, l’alta formazione artistica è presente, si sente, affianca e difende il futuro possibile, questo non avviene dovunque, tanto per ricordare che lo storico Liceo Artistico di una città metropolitana come Cagliari, opera ancora nel 2024, formando studenti, che potrebbero frequentare l’Accademia di Belle Arti di Napoli dal momento che a Cagliari pubblica alta formazione artistica, non c’è mai stata. Centro e periferia sono una convenzione della mente, la periferia resterà sempre tale, se non sa configurarsi e rappresentarsi come un centro, e il centro resta isolato sconnesso dalle sue periferiche, l’ha ricordato anche Luigi Pingitore nel suo intervento: Volete fare gli artisti? Dovete connettervi tra voi, soli e isolati, non si va da nessuna parte.
di Mimmo Di Caterino