L’ Identità Digitale: perché è fondamentale non aderire

L'opinione di Leonardo Guerra

La recente esperienza Covid ha portato alla luce del sole la vera faccia autoritaria e disumana del potere che controlla l’Ue, lo stato, i suoi organi, e i governi che si sono succeduti nella gestione della nostra società, in particolare negli ultimi tre anni.

Abbiamo anche capito che la via giudiziaria, in cui tutti i cittadini contavano e speravano, è di fatto impraticabile perché presidiata militarmente, salvo qualche rara eccezione. Infatti, la Corte Costituzionale ha legittimato prontamente l’obbligo vaccinale voluto da Draghi. Non si tratta di un caso esclusivamente italiano, infatti è successa la stessa cosa anche in Canada dove i giudici hanno approvato, definendoli legittimi, gli arresti e il blocco dei conti bancari dei manifestati.

Nei prossimi mesi il Governo Meloni dovrà decidere se firmare o meno il contratto con l’OMS e cedere la nostra sovranità sanitaria adottando il passaporto vaccinale internazionale che è parte integrante del Portafoglio Digitale Europeo (European Identity Digital Wallet) che dallo scorso mese di marzo entrato in fase sperimentale.

In altre parole, si sta aprendo un’altra finestra di Overton che rappresenta una delle PRIORITÀ chiave dei prossimi 12 mesi per la nostra società per la difesa dei diritti costituzionali e umani nel nostro paese. Sia chiaro che chi può far cambiare la situazione siamo soltanto noi. Non esiste alcuna possibilità di aiuto che possa arrivare dall’esterno o chicchessia: “uomo della domenica”.

Il 27 dicembre 2022, come Associazione ContiamoCi, abbiamo scritto al Primo Ministro On. Meloni per esortarla a non firmare il contratto con OMS, motivando in modo oggettivo la nostra raccomandazione. Copia delle lettera la trovate in fondo alla pagina.

Ovviamente, il neo Primo Ministro non ci ha risposto. Ma visto come stanno andando le cose, bisogna premunirsi e decidersi a disinnescare le loro “trappole di marketing emozionale” a livello dei meccanismi di base, invitando direttamente la gente a NON aderire e a NON attivare MAI l’Identità Digitale che per il cittadino e la nostra società comporta soltanto gravi rischi. Il problema è ricostruire la consapevolezza nelle persone dai fatti, non in modo emozionale. Aiutarli a ripristinare, laddove possibile e d’interesse, il ragionamento e il pensiero critico.

Alcuni dati prima di entrare nel merito dell’ID digitale.

Ad oggi risulta che 33 milioni d’italiani utilizzino lo SPID come sistema di riconoscimento digitale verticale, cioè che non mette in connessione le nostre informazioni sensibili contenute nei vari sistemi e diversi data base tramite cui si accede. 32 milioni, invece, sono quelli dotati di carta d’identità elettronica (CIE) che diventerà obbligatoria, alla scadenza, per quelli che sono ancora dotati di quella cartacea. Il Documento d’Identità Digitale (sistema d’identità univoco ed unico), nella testa del governo e dell’Ue, rappresenta il superamento dello SPID. Sarà molto probabilmente offerto gratuitamente e l’adesione non può essere che “volontaria”. Ricordo un vecchio adagio: “Quando ti offrono qualcosa di gratuito, ricordati che il prodotto in vendita sei tu”.

Ma cos’è e in cosa consiste l’Identità Digitale?

L’Identità Digitale (o documento d’identità digitale o European Digital Identity Wallet o Portafoglio digitale o IDPay) è uno spazio virtuale unico, centralizzato, dove tutti i dati personali, sensibili, possono essere riversati, raccolti, conservati e gestiti in modo integrato da aziende e governi, da remoto. Tramite i quali ogni utente può, via internet, essere tracciato, identificato e collegato in modo univoco ad una persona fisica, con un QR code. Questo significa la fine dell’anonimato su internet e della nostra privacy. Ogni commento, ogni dato sanitario, ogni pagamento e ogni “twitt” può essere ricondotto a te, come persona tramite il QR code. Così come ogni spostamento, ogni pagamento effettuato, ogni rapporto con la Pubblica Amministrazione, ogni informazione finanziaria e lo stesso conto bancario, ecc. Significa anche che i governi e le aziende possono decidere da remoto il tuo tipo d’accesso o meno ai loro servizi e/o alle loro strutture sulla base di quei dati e delle opinioni espresse, i tuoi crediti sociali.

Rappresenta il salto evolutivo, pianificato, del Green Pass che con il suo QR code, durante l’emergenza sanitaria, dettava le condizioni d’accesso alla vita sociale (potevi accedere solo se avevi fatto la dose prevista), controllava e tracciava il numero di dosi fatte di vaccino di ciascuno di noi. A tutti gli effetti, un “lasciapassare” che è stato progettato per essere applicato a tutti i settori della vita umana e a diventare in prospettiva, nel suo sviluppo esteso, anche una vera “tessera annonaria” per i razionamenti, anticipati da anni dai vari governi, di beni quali: cibo, energia, carburante, spostamenti, “carbon print”, ecc. il controllo verrà effettuato grazie alle tecnologie del riconoscimento facciale e comportamentale e i dati viaggeranno nella rete 5G d prossima realizzazione, le cui infrastrutture verranno realizzate con il prestito a debito del PNRR.

Il punto d’arrivo del Green pass è, quindi, l’Identità Digitale che completa il progetto di sorveglianza e controllo delle persone tramite questa “gabbia digitale”. In pratica viene applicata una libertà subordinata alla “buona condotta” del singolo individuo, che dipenderà dalla declinazione del cosiddetto “bene comune” che lo stato (etico) definirà arbitrariamente. Come già avvenuto nei mesi di lockdown durante il Covid.

L’ID Digitale è esattamente il sistema tecnologico di gestione della società in vigore in Cina, cui ambiscono molti degli stati occidentali cosiddetti democratici. In tutti questi, il processo di sorveglianza sociale completo è già in atto da anni con strumenti parziali e meno evoluti, e non vedono l’ora d’introdurre quello elettronico dotato di QR code. I cinesi, grazie al livello di conformità alle regole in vigore, possono avere accesso o meno possono muoversi e accedere al loro conto bancario e alle operazioni. Possono andare o meno in vacanza. Possono accedere o meno ai trasporti pubblici, agli impianti sportivi, alle discoteche. Con questo sistema controllano chi sono i loro contatti e cosa si dicono per distinguere e trattare in modo differenziato i “cittadini buoni e quelli cattivi”. A tutti gli effetti, un sistema soft di segregazione e trattamento differenziato e stratificato dei gruppi di persone e singoli cittadini, controllato da remoto. Da far invidia alle più orride serie TV distopiche di Netflix degli ultimi 20 anni (che garantiscono tramite la programmazione predittiva, tecnica persuasiva subliminale, una progressiva desensibilizzazione delle masse) con un potenziale d’applicazione molto vasto, grazie alla tecnologia 5G, al denaro elettronico e al riconoscimento facciale.

Tutte le tecnologie sono di per sé neutre, ma è l’uso che se ne fa che le rende utili o dannose per l’essere umano. Noi vogliamo una tecnologia che sia al servizio dell’uomo, lo aiuti a migliorarsi e a migliorare la sua condizione di vita. Non viceversa, cioè quello che hanno in mente i nostri governanti: “l’uomo al servizio della tecnologia e del potere”. Vogliamo vivere una vita piena e libera, non sopravvivere vessati da sociopatici disadattati. Quello che abbiamo già vissuto con il Covid nel nostro paese, e i preoccupanti segnali di continuità del nuovo governo, devono necessariamente farci riflettere e aprire la nostra mente con i circuiti ossidati dal lavaggio del cervello Covid.

Esperti e scienziati è da tempo che ci mettono in guardia, ma i loro avvertimenti non vengono mai ripresi dai giornali mainstream e le persone, come sempre, sono tenute al buio. Il pericolo non solo è molto concreto, ma anche molto serio.

L’infrastruttura che supporterà l’ID Digitale centralizzata è prevista dal PNRR e sarà finanziata, a debito (altra gabbia, quella finanziaria, classica), dall’Ue. Con la scusa della Salute pubblica stanno indirizzando tutti gli investimenti del nostro governo dove interessa esclusivamente loro, verso un inquietante sistema di controllo e vigilanza totale della popolazione.

È opportuno, quindi, iniziare a sensibilizzare tutte le persone al fatto di NON attivare MAI il documento d’identità digitale o portafoglio digitale. Se già attivata revocarla subito rivolgendosi al garante della privacy o ad un avvocato.

Ricordiamo, poi, come ragionano i nostri governanti, la loro “forma mentis”, sia italiani che europei. Ormai dovremmo averlo capito molto bene. Però guardiamo i fatti concreti, sganciandoli dai 3 anni di cosiddetta pandemia Covid.

Un’occasione ce la offre JEAN-CLAUDE JUNCKER, ex-presidente della Commissione Europea dal 2014 al 2019 con le sue esternazioni “senza freni” dovute al senso di onnipotenza, superiorità, disprezzo e indifferenza verso i cittadini europei. Qui di seguito la sua descrizione dei cardini su cui si muove storicamente il processo decisionale della Commissione Ue: “Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere che succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché la maggior parte della gente non capisce niente di cosa è stato deciso, andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno“. (Fonte: 2000: AUSLAND – DIE BRÜSSELER REPUBLIK).

Decidono quello che interessa loro e poi applicano il principio millenario della “rana bollita” e del “popolo bue” che è anche il principio della setta dei Fabiani. Tony Blair è uno dei suoi rappresentanti. Vi ricordo che è stato indagato per crimini di guerra. Ne abbiamo molti (troppi) anche in Italia in posizioni di potere.

Giocano con i termini per confondere le persone e raggirarle. Usano l’Inglese a sproposito come forma di scherno e di test per raccogliere i riscontri e sondare.

L’accettazione dell’ID Digitale è volontaria, nessuno ce la può imporre. L’adesione è, quindi, una libera scelta della singola persona. Faranno però di tutto e di più per “incentivarci” a aderire o di tutto per costringere ad accettarla chi non vorrà aderire.

Sull’entrata in vigore del PORTAFOGLIO DIGITALE si basano anche le SMART CITIES/cosiddette “Città dei 15 minuti” dell’agenda 2030 dell’ONU. Veri “ghetti elettronici”. È tutto collegato.

Questo passaggio chiave può diventare, quindi, un “giro di torchio” assoluto per la sottrazione definitiva di tutti i nostri diritti costituzionali e umani, non ultima la libertà. Pensare che i diritti ci siano dovuti per definizione è stato il grande errore commesso durante l’emergenza covid, che ci ha portati dove siamo oggi.

È fondamentale quindi che la maggioranza dei cittadini italiani questa volta non aderisca a questa iniziativa per fargli fare esattamente la stessa fine dell’App IMMUNI.

Cosa si deve fare in particolare per non attivarla?

Quando vi consegneranno i codici PIN e PUK del Documento di ID Digitale, da abbinare a quelli della vostra carta d’identità elettronica (CIE), è fondamentale non usarli, non andare sul sito indicato per NESSUNA RAGIONE, NON aprire alcun vostro account e NON attivarlo, abbinando i due PIN e PUK CONSEGNATI con quelli della vostra carta d’identità (CIE).

Se lo farete, attiverete in automatico il vostro PORTAFOLIO DIGITALE / IDENTITA’ DIGITALE con delega perenne allo stato e non potrete più uscirne. Dobbiamo imparare dagli errori commessi per evitare che la storia si ripeta…quindi, “Errare human est, perseverare diabolicum” ! A tutti noi la scelta.

 

Leonardo Guerra

laurea in biologia molecolare con tesi sperimentale sul mRNA nel 1982 c/o UNIFE. 
Ho ricoperto ruoli dirigenziali in Ricerca e Sviluppo e nel settore dei Rapporti Istituzionali, di primarie Multinazionali farmaceutiche fino a Giugno 2020. 
Co-Fondatore di una Start Up Biotech (RARESPLICE srl) per la cura di malattie genetiche rare. 
Da Luglio 2020, opero come Consulente free-lance e da Dicembre 2022 vice coordinatore per la Regione Veneto dell’Associazione ContiamoCi!
Exit mobile version