La scuola, l’istruzione, il sapere, la cultura in tutte le sue espressioni costituiscono la base per costruire il futuro: un futuro libero, indipendente, responsabile come individuo e come comunità.
È una convinzione, questa, che la Rai fa propria, sull’esempio delle parole del Presidente Mattarella quando afferma che “la scuola costituisce un esercizio di libertà”.
Ed è proprio in questa prospettiva che, nell’ambito del progetto quadro La Cultura rompe le sbarre di Rai Per la Sostenibilità-ESG, prende corpo il progetto Scuola esercizio di libertà – il cui nome si ispira esattamente alle parole del Presidente Mattarella – rivolto alle scuole che sono presenti negli Istituti Penitenziari italiani. La Rai, infatti, ha reso fruibile ai 20mila studenti detenuti – che non possono accedere a Internet – il prezioso lavoro realizzato per Rai Cultura da RaiScuola con la produzione e messa a disposizione di oltre 1800 video-lezioni de “La Scuola in tivù”, grazie al contributo delle Direzioni Rai, Reti e Piattaforme e ICT.
La donazione di 400 PC da parte della Rai all’Amministrazione penitenziaria, la realizzazione di un apposito software che consente di ‘navigare offline’ dentro al sito di RaiScuola, il caricamento del sistema e del sito nei 400 PC e la loro distribuzione nei 190 Istituti penitenziari del nostro Paese sono gli elementi di base del progetto, che verrà presentato il primo febbraio 2024, presso la Casa circondariale di Civitavecchia con la partecipazione del Ministro della Giustizia Carlo Nordio e della Presidente della Rai Marinella Soldi.
Negli Istituti penitenziari di Civitavecchia sono presenti tutti i livelli scolastici della scuola dell’obbligo: i corsi di alfabetizzazione della lingua italiana e due istituti superiori (uno tecnico e uno alberghiero), oltre a un Polo penitenziario universitario collegato con Roma 3.
Su una popolazione detenuta di 599 persone (tra cui 31 donne), 150 sono iscritte ai diversi livelli scolastici (tra cui 18 donne), mentre gli studenti universitari sono 11.
Un’iniziativa, quella della Rai, che vuole essere un segnale di attenzione nei confronti di un ambito del nostro Paese al quale il Servizio Pubblico si rivolge nello spirito dell’articolo 3 della Costituzione, contribuendo a rimuovere quegli ostacoli che rischiano di limitare l’eguaglianza dei cittadini.