“L’11 maggio, dalle ore 9, ci troveremo davanti al tribunale di Cagliari per esprimere la nostra solidarietà alla persona denunciata, e adesso sotto processo, per aver preso parola contro la multinazionale di guerra Rheinmetall-Rwm, durante un dibattito pubblico”, ad affermarlo sono i movimenti di lotta contro la fabbrica delle armi di Domusnovas.
“Nella stessa giornata ci sarà anche l’ennesima udienza dell’operazione Lince, che negli ultimi anni ha rappresentato il culmine dell’azione repressiva contro il movimento antimilitarista in Sardegna. Saremo quindi in presidio per supportare anche i/le 43 compagni/e antimilitaristi/e coinvolti per le proteste alle basi militari”, prosegue la nota.
“Ricordiamo che Rwm ha fatto ricorso anche in altre occasioni, alle querele temerarie per imporre il silenzio e soffocare qualunque voce critica rispetto al suo operato nel territorio – scrivono ancora – lLe autorizzazioni ottenute per il gigantesco piano di ampliamento dell’azienda, sin dal 2016, hanno seguito un iter opaco e viziato da palesi illegittimità, che sono state poi riconosciute da una doppia sentenza del Consiglio di Stato”.
“Quelle autorizzazioni sono adesso oggetto di un processo penale ai danni dei vertici e dei tecnici di Rwm Italia e dei funzionari dei comuni di Iglesias e Domusnovas”…”Chi aveva evidenziato pubblicamente, nel clima di omertà generale, operazioni poco chiare poi riscontrate in varie sedi giudiziarie, si ritrova paradossalmente a difendersi dalle accuse di Rwm in un tribunale”.
“Altrettanto paradossale la vicenda repressiva che ha colpito i/le 43 compagni/e dell’operazione Lince. Da una parte abbiamo generali e vertici delle forze armate, ancora impuniti e fino adesso, intoccati, che negli ultimi decenni si sono resi responsabili di esercitazioni militari devastanti, impattando in modo irrimediabile sull‘ambiente e la salute delle persone che abitano in quei luoghi”, scrivono ancora gli attivisti.
“Dall’altra parte abbiamo i movimenti e tutte le soggettività antimilitariste che si trovano da anni a subire un calvario giudiziario per aver animato le proteste contro le basi militari” … “Nonostante il carico di distruzione e morte che produce, il complesso industriale-militare non sembra trovare ostacoli: i tribunali raramente si sono dimostrati risolutivi nelle battaglie di giustizia contro gli apparati dello stato, come le forze armate, e l’industria bellica (in Italia le più grosse aziende belliche sono del resto proprio compartecipate dallo stato).
Il dissenso invece, sia che si esprima attraverso un intervento in un dibattito pubblico o con un’azione simbolica, come il taglio di una rete davanti a un poligono militare, viene represso in modo sempre più aggressivo. Non è un caso che anche di recente ci siano state nuove perquisizioni e denunce ai danni di altri/e compagni/e impegnati/e nella lotta antimilitarista in Sardegna”, affermano nella nota
“Contro la repressione e le intimidazioni rispondiamo con solidarietà e partecipazione. Per questo invitiamo tutti e tutte a prendere parte al presidio che si terrà giovedì 11 maggio davanti al tribunale di Cagliari, e a tutte le iniziative che verranno organizzate nei prossimi mesi”, si conclude il comunicato degli attivisti.