La denuncia: “Orientati alla divisa”? Quando l’orientamento spinge alla carriera militare senza svelare la realtà”

Orientati alla divisa. Dove la passione diventa professione”. Questo è il titolo che Assorienta ha scelto per la giornata di orientamento dedicata agli studenti e alle studentesse delle classi terminali delle scuole superiori, focalizzandosi in modo esclusivo sulle carriere militari. Nelle fiere dell’orientamento che Assorienta organizza annualmente per le scuole a Cagliari e in molti centri della penisola, il primo piano è inevitabilmente dedicato alle Forze Armate e Forze di Polizia che si mostrano subito coi loro stand agli studenti che arrivano; in questo caso il primo piano è anche unico piano, perché si parlerà esclusivamente di carriere militari.

Davvero la quantità di mistificazione che impregna varie pratiche sull’orientamento non riesce a nascondere del tutto la strumentalità con cui i desideri e il futuro degli studenti vengono indirizzati verso una direzione scelta a priori, quella che sembra più utile al nostro paese sempre più invischiato nelle logiche della guerra. Continua così l’insistenza sulla sfera militare, che quest’anno è stata particolarmente enfatizzata dai festeggiamenti del centenario dell’aeronautica militare.

Il comune di Cagliari patrocina questo incontro presso il palazzo Doglio che occuperà la mattinata del 13 dicembre, all’inizio della quale ci sarà l’intervento dell’assessora Maria Adamo alle politiche giovanili;  gli altri organizzatori sono il gruppo Mura e l’ente Nissolino Corsi, specializzati in formazione per carriere militari.

La pretesa è di valorizzare una passione per le Forze Armate o per i corpi di Polizia – cosa niente affatto scontata negli studenti vicini al diploma; ma in questi anni frenetici nell’esaltare il ruolo dei militari, agli studenti e alle studentesse vengono mostrati il lato umanitario (soccorso alle popolazioni o a gruppi colpiti da calamità), che non è quello più appropriato al ruolo militare, le competenze tecniche che servono, i valori altisonanti di cui si ammantano.

Cosa sia un teatro di guerra non è spiegato a uno studente che si informa della carriera militare, né viene spiegato che le esercitazioni a fuoco possono facilmente comportare l’esposizione a inquinanti, sostanze cancerogene, e lasciare danni permanenti nell’ambiente e sulla salute di militari e civili.

Che dire poi del fatto che l’Italia si trova schierata con la NATO in posizione del tutto acquiescente al volere degli USA, cioè agli intenti della potenza imperialista belligerante più aggressiva dello scenario mondiale, per cui se lo studente si arruola diventerà una pedina dentro logiche di controllo e sopraffazione, magari chiamate peacekeeping o interventi per difendere la democrazia. Così come accade attualmente, ora che lo stato italiano conferma il suo supporto militare allo stato d’Israele impegnato in un’operazione di sterminio nella Striscia di Gaza.

A denunciare il fatto è l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, Cagliari 

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