Il Comitadu NonucleNoscorie, ha appreso dalla stampa, che la Sardegna è nuovamente minacciata dal possibile disastro nucleare e che ci si stia attivando per ricattare qualche sindaco sardo in lotta contro lo spopolamento o a trazione leghista per imporre alla Sardegna la discarica radioattiva e smaltirvi le scorie delle scellerate scelte dello stato italiano.
Nonostante le chiare contrarietà espresse da tutte le realtà sarde, tra le quali principalmente il comitato Nonucle_Noscorie, nel seminario statale di consultazione gestito dalla Sogin, i 14 siti possibili individuati in Sardegna non sono ancora stati esclusi e la spada radioattiva è stata nuovamente appesa sulla loro testa e su quella di tutta la Sardegna.
Approfittando dello stato di miseria e di spopolamento in cui hanno indotto i comuni sardi interessati offrono loro elemosine di sopravvivenza per indurli ad autocandidarsi al suicidio radioattivo e ospitare il “Parco Tecnologico” pseudonimo di discarica nucleare. Pensano, non conoscendo i sardi, che un singolo sindaco sotto ricatto economico o politico possa vincolare la Sardegna ed il popolo sardo ad una disgrazia irrecuperabile quale è la servitù nucleare.
Al Comitadu risulta che nessun sindaco ha mai minimamente manifestato possibilità di autocandidature e comunque vuole essere chiaro; quella nuova servitù qui non s’ha da fare, non siamo disponibili al sacrificio “nazionale” e non siamo disponibili a lasciare quel gravame alle generazioni future dei sardi, un gravame che sarebbe per sempre e che esporrebbe la Sardegna ai pericoli resi evidenti dalla guerra in Ucraina e dal dissesto climatologico.
Sappia il ministro della Pichetto Fratin e il governo, mai amico, che in nessun caso i sardi rinunceranno alla tutela della volontà già espressa dal popolo sardo. Volontà di indisponibilità al nucleare dichiarata con chiarezza, non solo con la mobilitazione di massa ma anche con atti ufficiali che più volte il Comitato Nonucle-Noscorie si è premurato di ricordare. Referendum, Leggi e Ordini del Giorno Regionali, Delibere dei Comuni e delle Province, Determinazione della Conferenza Episcopale Sarda.
In nessun caso mangeremo la carota delle promesse di lavoro e di regalie che il ministro avanza, non solo perché per i sardi nulla vale quanto il loro territorio e le sue risorse ma anche perché ogni posto di lavoro radioattivo e incompatibile e ne cancellerebbe almeno tre compatibili, solo per il danno d’immagine.
Certi che nessun sindaco sardo darà la disponibilità al gravame radioattivo, anche perché non ne ha il potere) il comitato terrà alto il livello di bardianìa in merito alla possibile individuazione della Sardegna come sito per il Deposito Unico per le Scorie Nucleari, torneremo in piazza con magliette e bandiere nonucle e chiederemo ai sardi di tenersi pronti alla mobilitazione di massa, ad altre nonucle-die come quella del 7 giugno 2015.