La scena musicale indipendente in Sardegna è un universo di talenti in continua evoluzione. Tuttavia, dietro melodie affascinanti e tanto romanticismo, si nascondono sfide e difficoltà che gli artisti sardi affrontano nella loro lotta per emergere. Mancanza di spazi dedicati, cambiamenti nel mercato musicale e l’isolamento artistico stanno gettando un’ombra su una comunità musicale ricca di potenziale.
Da sempre la Sardegna ha espresso una grande tradizione di produzione musicale originale che si è tradotta anche in successi discografici per lo piu’ locali. Dal Rock al Reggae, dal Rap alla Dance, passando per il Jazz, la world music e la Pop music, nell’isola si sono formate band che hanno segnato in maniera importante la musica indipendente targata quattro mori.
Oltre alla produzione discografica, si sono, nel tempo, organizzati tanti festival made in Sardinia, alcuni dei quali ancora oggi sono sopravvissuti al mainstream del grande ( grandissimo ) evento che oggi più che mai pare essere un prodotto da banco surgelati ad uso di una massa massificante.
Una delle sfide più pressanti per gli artisti indipendenti e originali in Sardegna è proprio la mancanza di spazi adeguati per esibirsi e condividere la propria musica e quindi il proprio messaggio. Le limitate opportunità di concerti e performance live ostacolano la visibilità e la crescita artistica. Le sale da concerto sono spesso prese d’assalto da eventi di richiamo commerciale, lasciando poco spazio per gli artisti emergenti.
La mancanza di spazi dedicati riduce le possibilità di interazione e connessione tra gli artisti stessi e con il pubblico. Alla produzione originale si preferisce, sempre di piu’, un prodotto musicale da intrattenimento che si riassume nella formula magica “ Basta che porti Gente…”.
E’ indubbio che Il mercato musicale isolano, come quello globale, sta attraversando una trasformazione senza precedenti, con l’avvento delle piattaforme digitali e lo streaming online che hanno rivoluzionato il modo in cui la musica viene consumata. Questo cambiamento ha reso più difficile per gli artisti indipendenti guadagnarsi da vivere attraverso la vendita di dischi o la distribuzione fisica della propria musica. I concerti, una volta principale fonte di reddito per gli artisti, sono diventati sempre più influenzati dal mainstream e dalla ricerca del profitto, escludendo spesso le voci indipendenti.
In mezzo a tutto cio’ ci si mette anche la poca unione tra artisti sardi e band che oggi resistono eroicamente ma che non riescono, per svariati motivi, a proporre alternative e soprattutto non creano piu’ “movimento”. Molti addirittura hanno abbandonato la musica, mentre altre realtà spariscono dopo qualche produzione e qualche stagione. I grandi eventi musicali, sovvenzionati, che animano la Sardegna, spesso escludono gli artisti locali, concentrandosi su nomi internazionali o artisti già affermati nel panorama mainstream. Questa situazione crea un divario tra la scena musicale indipendente locale e i grandi palcoscenici, negando agli artisti sardi l’opportunità di esibirsi, guadagnare visibilità e soprattutto lavorare. Ciò non solo priva la Sardegna di una rappresentazione autentica della propria cultura musicale, ma impedisce anche agli artisti indipendenti di crescere e di raggiungere un pubblico più vasto.
La vita artistica oggi più che mai si traduce in una sorta di solitudine digitale alla quale anche la pandemia infodemica vissuta in tre anni ha dato il suo contributo. La mancanza di una rete di supporto adeguata, di collaborazioni e di spazi di condivisione può portare a un senso di isolamento e scoraggiamento.
Ma, nonostante tutto, la musica sarda indie cerca di resistere e ci propone tanti artisti che hanno creato in decenni delle realtà consolidate e giovani che oggi iniziano a scrivere musica originale e che quotidianamente pubblicano decine di nuove tracce utilizzando le piattaforme di distribuzione digitale. Tra nomi storici e nuovi talenti emergenti dovrebbe esserci, piu’ che uno scontro generazionale, un incontro generazionale che aiuterebbe la musica originale a posizionarsi e crescere. Dal lato delle istituzioni soprattutto Regionali si fa molto poco per proteggere le realtà musicali indipendenti, le produzioni locali contemporanee e d’avanguardia musicale vengono abbandonate e si preferisce puntare qualche soldo (sempre se c’è…) sul folk, il che non guasta, ma non si puo’ relegare tutto solo alla musica tradizionale spesso utilizzata per rimarcare l’immagine turistica di un’isola arcaica e ferma nel tempo.
La Sardegna potrebbe sicuramente beneficiare di una legge innovativa sulla musica sarda indipendente. Una legge di questo tipo potrebbe fornire un quadro giuridico chiaro e stabilito per sostenere, tutelare e promuovere la musica sarda contemporanea e il lavoro produttivo degli artisti. Per quanto riguarda gli esempi di leggi a tutela della musica in Europa, possiamo prendere in considerazione diversi paesi. Ad esempio, la Francia ha una legislazione molto avanzata che promuove l’accesso dei giovani artisti della scena musicale attraverso programmi di sostegno e agevolazioni fiscali. In Svezia, il governo offre finanziamenti e agevolazioni fiscali per la produzione musicale indipendente. Questi sono solo alcuni esempi che dimostrano come una legislazione adeguata possa contribuire a sostenere e valorizzare la musica indipendente in diversi contesti europei.
Una legge studiata e redatta con l’aiuto stesso delle realtà artistiche sarde potrebbe portare al riconoscimento e alla promozione della musica sarda indipendente, al sostegno finanziario e a risorse per gli artisti per supportare la produzione musicale, alla registrazione, alla promozione e all’organizzazione di concerti, contribuendo così a sostenere la loro carriera e facilitare la loro crescita professionale. Inoltre, aiuterebbe la filiera creativa che coinvolge lo studio di registrazione, le sale prova, professionisti come fotografi, video makers, grafici e media creator e tante altre professioni.
Ancora, una legge sulla musica in Sardegna, potrebbe promuovere la creazione di spazi adeguati per gli artisti, come sale da concerto e centri culturali; garantire finanziamenti o agevolazioni fiscali, facilitando la realizzazione di eventi musicali e la condivisione delle opere degli artisti. Ed infine, una legge innovativa potrebbe prevedere anche strategie di promozione e diffusione della musica sarda indipendente, attraverso la creazione di programmi radiofonici o televisivi, l’inclusione di artisti nelle playlist e nelle piattaforme di streaming, la promozione di festival o eventi musicali indipendenti.
Molti considerano la Musica, se va bene, un dopo lavoro o alla peggio un “Non Lavoro”, ma di fatto questo è un errore fatale, proprio perchè la musica indipendente originale è fondamentale per la crescita culturale isolana e le interconnessioni che l’isola dovrebbe avere con altri artisti. La Sardegna come laboratorio artistico al centro del mediterraneo: concetto che l’amministrazione Regionale attuale, e non di meno quelle passate, non sono in grado di comprendere a fondo. Non ci resta quindi che stimolare riflessioni e lavorare ad un ritorno dell’Artivismo sardo che ribalti la situazione.
di A.Sanna ( Quilo Sa Razza )