La Sardegna incontra la scena musicale UK. Le vibrazioni sonore dell’artista e producer sardo Flub Lomax

Oggi incontriamo il poliedrico producer e artista sardo ( Sassari ) Gianluca Ganga alias Flub Lomax che ci racconta il suo percorso artistico da sardo che ormai vive e produce dalla città uk di Liverpool, città operaia portuale che lo ospita ormai da tanti anni. Flub oltre che un musicista compone e canta anche spesso le parti vocali delle sue opere e questo lo rende un artista completo. Una testimonianza di talenti che vivono oltre il mare e che, purtroppo, sempre di più cercano la loro strada fuori dall’isola. Condividere esperienze, conoscere gli artisti e i loro progetti è importante per far crescere la consapevolezza verso l’arte e la cultura indipendente. 

Puoi condividere con noi come hai iniziato il tuo percorso musicale e come è evoluto nel corso degli anni?

Tutto è iniziato un po’ per gioco se vogliamo. Ho sempre avuto la passione per la musica e quando avevo piu o meno 19 anni mi ritrovavo spesso a casa mia con alcuni amici in quello che all’epoca era lo studio dove registrava mio fratello Gangalistics. Facendo un po gli stupidi improvvisavamo con drum machines, tastiere, chitarre…insomma ci si divertiva. Con il passare del tempo il mio interesse nella teoria prese piede e da li mi chiusi piu o meno 2 anni a studiare teoria musicale, a far pratica con gli strumenti ed i software di registrazione. Passavo le mie giornate a produrre e sperimentare. Iniziai componendo dei beat hiphop ispirato da Dj Premiere, J Dilla, Madlib per poi aprirmi a 360 gradi ad ogni suono e genere di ogni epoca. C’è sempre un nuovo inizio ogni qualvolta che si conosce un artista dallo stile e suono “nuovo”. Poi, diversi anni fa, l’incontro con la glocal factory sarda Nootempo.net con la quale ho condiviso  il mio percorso e che mi ha dato la possibilità di continuare a promuovere i miei progetti e le mie produzioni. 

Spesso tu lavori  su sonorità elettroniche a 360 gradi. In che modo questa diversità influisce sul tuo processo creativo e sulla tua identità musicale?

Per me, è musica elettronica qualsiasi musica che venga composta con strumenti elettronici. Sin da fine anni 60, è stato un susseguirsi di evoluzioni tecnologiche ben definite nel campo della composizione musicale e gli strumenti con componenti elettrici hanno conquistato l’interesse di ogni musicista, anche solo a livello tecnico. Per il fascino della fisica e dell’elettronica applicata alla musica non ha eguali e quindi mi sento ispirato da qualsiasi band o artista che sperimenti con tali strumenti o apparecchiature. Il mio processo creativo pero non si basa sull’ispirazione data dagli altri artisti ma bensì nell’emozione che provo mentre sperimento. Cerco di tenere a mente le “regole” base della composizione senza essere troppo vincolato allo “standard” ,che è proprio alla base della composizione della musica elettronica piu originale. Parte della mia identità ha radici negli anni 80 e quindi con tutti quei gruppi che hanno dato inizio alla Disco/Pop music, alla Synthwave o ancora al quel modo “elettrico” di comporre le colonne sonore firmate da John Carpenter e Jan Hammer che hanno fatto la storia dell’entertaiment. Tutto cio che è vintage e di quei tempi, funge di benzina per il mio processo creativo.

Come la passione per il gaming influisce sul tuo approccio al sound design e alla produzione musicale? 

Il gaming come sopra, ha radici in quegli anni rivoluzionari che erano gli anni 80. Musica, Cinema e Videogames hanno camminato di pari passo e l’uno non può e non potrà mai escludere l’altro. Quando si parla di videogame si pensa allo scopo ludico di essi ma mai alla componente artistica dietro di essi. Chi concepiva o concepisce tutt’oggi un video game è un artista a 360 gradi. Quando si crea il sound design di un video game si deve far fronte alla creatività richiamando alla mente ogni suono ascoltato ed assimilato nella realtà, aggiungendo la componente emotiva data dalla melodia. Capire come ricreare il galoppo di un cavallo o il verso di un drago usando semplici oggetti o mischiando suoni è uguale al progettare delle fondamenta. Quindi per me è indispensabile applicare la stessa meticolosità del sound design alla produzione musicale, replicando ed utilizzando spesso le stesse tecniche per rendere la musica piu suggestiva alle orecchio di chi ascolta.

Anche se vivi a Liverpool, la tua connessione con la Sardegna è sicuramente importante. In che modo la tua terra d’origine influisce sulla tua musica e sulla tua identità artistica?

Oltre alla sua cultura e tradizione, la cosa che influisce di più nella mia identità artistica credo sia il forte senso di appartenenza alla Sardegna. Le sue radici e usanze antiche hanno creato un attaccamento indivisibile che per sempre faranno parte della mia spiritualità e inspirazione creativa, qualsiasi essa sia l’arte che sto praticando. Io sono Sardo, e lo sarò sempre.

La decisione di trasferirti a Liverpool ha inciso sul tuo percorso musicale in modo significativo? In che modo questa scelta ha plasmato la tua carriera e il tuo approccio alla musica?

Mah, sicuramente vivere in una delle patrie della musica rock e pop ha cambiato la mia concezione dell’aspetto sociale della musica ma non ha influito in modo invasivo… È stato piu un, assimilare ascoltando con attenzione che farsi plasmare completamente. Liverpool è una citta che è rimasta molto nel suo folklore, il “Beatles” sound non è mai andato via. Questo a volte lo reputo un po limitante ma è cultura e l’ho sempre rispettata molto, imparando e capendo la particolarità di quella musica ed il suo contesto sociale. Respirare la stessa aria di quei tempi, anche se con tecnologia avanzata, è una grande fortuna e cerco di usare questi insegnamenti quando compongo.

Ci sono progetti attuali su cui stai lavorando ?

Ci sono diversi progetti a cui lavoro da un po’, alcuni ancora in via di sviluppo altri quasi pronti per essere lasciati “liberi”. C’è un idea molto interessante dove mischierò game sound design alla composizione melodica, c’è un possibile EP e altri piccoli progetti che inglobano non solo musica ma, arti visuali, droni, AI…cerco di usare ogni strumento che ho a disposizione in modo creativo. Vediamo che succederà.

Hai trascorso del tempo in Africa. In che modo questa importante esperienza ha influenzato la tua vita e il tuo percorso artistico? 

L’Africa è una terra magica che sembra venire fuori da un libro di fantasia. La crudeltà della sua natura e la bontà ineguagliabile della sua gente ha cambiato la mia vita per sempre. Ho passato tanto tempo li e le sue tradizioni sono fortemente radicate all’arte e alla spiritualità. Il ritmo, è il sangue dell’Africa, che sia il battere degli zoccoli della mandria di Gnù, la simmetria cadenzata dei passi del Ghepardo,  i canto dei farmers mentre raccolgono i frutti o la pioggia, il ritmo è li per essere abbracciato e trasformato in percussioni o melodie calde ed esotiche. Senza l’Africa con sarei ciò che sono.

In un’era in cui la musica si evolve rapidamente e i social media giocano un ruolo centrale nella visibilità degli artisti, come vedi questo panorama in continua evoluzione? Come affronti la pressione della velocità e dell’adattamento, e qual è il tuo punto di vista sull’impatto dei social media sulla musica contemporanea?

I social media se presi come mezzo, possono essere molto utili, specialmente per avvicinarsi a movimenti o altri artisti. Nonostante ciò, i social media hanno modificato in modo negativo l’industria della musica. Tra social media e piattaforme digitale, l’artista è diventato come una piccola azienda tessile, dove la sua musica sono i suoi prodotti, svenduti e presenti in ogni negozio a prezzi stracciati. Ergo un mero strumento del capitalismo, in cui non si bada allo spirito, al messaggio o al significato profondo, ma bensì all’apparenza di cio che non si è. Ovviamente questa idea è pessimistica, ma ci sono anche dei pro. Tutto sta nel usarli nel giusto modo mantenendo la nostra umanità e purezza “artistica”. Lo svendersi è sempre dannoso quindi social media, AI e Digital store vanno bene ma mai svendendosi e mai farli diventare un vizio.

Dove possiamo ascoltare le tue produzioni ? 

Ovunque. Youtube, Spotify, Amazon music, Instagram…you name it. Basta cercare Flub Lomax ed il gioco è fatto. Inoltre se si va nei miei social, si hanno tutti i link  utili.  

 

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