La scuola è ancora un posto sicuro?

L'Opinione di Lucia Manca

Quante cose sono cambiate da quando nel nostro immaginario sognavamo la “Maestrina della prima inferiore numero tre, quella giovane col viso color di rosa, che ha due belle pozzette nelle guance, e porta una gran penna rossa sul cappellino, e una crocetta di vetro giallo appesa al collo”. (cit. Libro Cuore).

Quante cose sono cambiate da quando la scuola era un luogo dove si insegnava ai ragazzi a crescere e maturare. Quando un brutto voto a scuola significava dover fare i conti in casa. Perché, fino ai primi anni novanta mandare i propri figli a scuola significava sacrificio per i genitori che dovevano affrontare anche spese importanti.

Quante cose sono cambiate da quando la scelta della scuola era legata alla ormai desueta domanda “cosa vuoi fare da grande?” E oggi cosa ci ritroviamo tra i banchi di scuola? Insegnanti che si trascinano in classe senza entusiasmo ma solo per racimolare uno stipendio con la speranza di non essere aggrediti.

Bambini che già alla scuola primaria non possono ricevere voti o note perché “poverini si traumatizzano”. Bambini che crescono con l’idea che tutto gli sia dovuto e senza morale o educata reticenza insultano compagni o insegnanti, il tutto condito da un benevolo supporto dei genitori. Quegli stessi genitori che si affaticano dietro i compiti di italiano e matematica pur di far brillare il proprio figlio difronte al resto della classe. Bambini che non impareranno a crescere.

Non impareranno ad affrontare le difficoltà. Non impareranno che nella vita ci si deve confrontare anche con dei ‘superiori’ che sia sul lavoro o in qualunque altro contesto. E il risultato è che a sedici anni non sei in grado di gestire le emozioni, e nella tua testa confondi il videogioco con la realtà, e nei meandri di questo mondo misto tra vita reale, vita virtuale, deliri di onnipotenza, come un avatar tiri fuori coltelli e pistole giocattolo e attacchi con la speranza di racimolare punti… ma nella vita reale le ‘vite’ finiscono col game over…. Lo ammetto, sono una nostalgica del tempo che fu.

Una nostalgica dell’educazione e dei bambini che si alzano in classe quando entra un adulto. Perché le regole si imparano da bambini, e senza regole non si va da nessuna parte. Caro ministro, il Covid non c’entra nulla. Il bullismo si impara in una società in cui il pensiero comune che avanza è che vince il più scaltro e prepotente.

Di Lucia Manca

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