La spesa dei sardi per coni, coppette, granite, ghiaccioli e sorbetti è di 43 milioni di euro, ammontare che pone l’Isola al 12/o posto della classifica dei più golosi, aperta dai lombardi con una spesa di 315 milioni di euro, seguiti dai laziali con 167 e dai veneti con 147.
Dal dossier “Gelaterie: le imprese artigiane e la spese delle famiglie per i gelati”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte Istat 2023, si scopre come nell’Isola i laboratori di gelateria siano 98 e impieghino circa 400 addetti in totale.
L’Isola è quindicesima a livello nazionale per numeri assoluti: al primo posto la Lombardia con 1.007 realtà.
Va considerato, spiega l’organizzazione artigiana, che il perimetro dell’artigianato del gelato è comunque più ampio, coinvolgendo i segmenti delle pasticcerie che producono dolci con il gelato e dei laboratori che producono gelati senza vendita al dettaglio.
In tal senso precedenti analisi hanno valutato che il 43,8% della spesa delle famiglie è intercettabile da parte delle gelaterie artigianali e micro e piccole imprese a vocazione artigiana.
“L’eccellente numero di gelaterie artigiane e la richiesta sempre più crescente di prodotto artigianale che si è progressivamente destagionalizzato – sottolinea Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – conferma che, nonostante tutto, i sardi non rinunciano alla qualità e genuinità del prodotto realizzato con materie prime rigorosamente fresche, senza conservanti ed additivi artificiali, e lavorate secondo le tecniche tradizionali senza insufflazione d’aria. Inoltre, i gelatieri artigiani sono sempre più attenti a soddisfare particolari esigenze dietetiche o legate a intolleranze alimentari della clientela”.
Secondo i gelatieri artigiani sardi, questa estate 2024 sta avendo un andamento positivo, anche grazie alla fusione di innovazione e tradizione che promette di attrarre sia i nuovi clienti sia quelli già affezionati. Pesano un po’, sulle vendite, i rincari degli ultimi anni (si parla di un +30% dal 2022 ad oggi) che sono dovuti principalmente all’aumento dei costi delle materie prime; lo scorso anno era lo zucchero, quest’anno altri ingredienti fra cui il cioccolato.
Da una indagine condotta da Confartigianato Alimentazione, l’offerta di gusti è quasi illimitata. Circa 600 quelli che si possono degustare ma la lista è in continua evoluzione. Però la classifica nazionale è scalata da nuovi gusti quali il caramello, sia nella sua forma dolce che salata, che sta diventando un protagonista nei menù delle gelaterie, funzionando bene sia da solo che in combinazione con altri sapori. L’uso di erbe aromatiche e spezie per infondere profumi intensi è un’altra tendenza emergente. E c’è qualcuno che si è specializzato anche in gelati per cani; in collaborazione con i veterinari, è stato elaborato un gelato adatto ai quattro zampe che conserva il gusto dolce, Per Confartigianato Sardegna, purtroppo, i casi di finto gelato artigianale sono molti, più di quanto si possa credere. E questo perché in Italia attualmente non esiste per legge una distinzione delle varie lavorazioni: artigianale, industriale, semilavorato, ecc.
Il confine dunque è labile e spesso c’è chi se ne approfitta a danno dei consumatori.
Ma che come si fa riconoscere un vero gelato artigianale? Per gli esperti mastri gelatieri bisogna diffidare dai gelati con i colori troppo accesi, perché quasi sicuramente non sono realizzati con materie prime nobili. Un gusto pistacchio di colore verde smeraldo non sarà realizzato certo con il pistacchio di Bronte, anche il gusto fragola se è rosso brillante avrà sicuramente dei coloranti. Un altro trucco per identificare un gelato artigianale è la cremosità: se il gelato presenta cristalli di ghiaccio sarà stato scongelato e dunque non artigianale.