Amo vivere l’arte dal basso, più sono estraneo a un contesto elitario, più mi sento consapevole, nella bassezza c’è la consapevolezza di noi: l’alternativa è il limite, la restrizione e la delimitazione.
Questo per dirvi che, dal basso La ”Venere degli stracci” di Pistoletto a Piazza Municipio è una bruttura immonda, una riproduzione di un lavoro storico, che macrodimensionato pare perdere di senso e senso della proporzione storica del tempo in cui è stato concepito, un lavoro storico che vale quanto una foto su Instagram, remixato e imposto in una modalità non corretta, questo è il tempo delle divinità ricoperte di stracci, ma è il caso che culturalmente s’impongano nel nome del gigantismo, sul Genius loci di una città dalla grande dignità?
Certo, a Napoli è possibile impattare nella storia che ti sovrasta, ma anche di criticarla in chiave iconica simbolica, visto l’Alta Formazione Artistica diffusa dai tempi dei Borboni: questo è dialettica e didattica! Adesso, traslate lo stesso ragionamento su Cagliari!
Di Mimmo Di Caterino