Le proteste in Kenya sono scoppiate la scorsa settimana in risposta alla legge finanziaria 2024 del governo, che prevede importanti aumenti delle tasse per generare 2,7 miliardi di dollari di entrate, in linea con le richieste del Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Le manifestazioni sono state represse violentemente con la polizia antisommossa che ha sparato sulla folla, causando almeno 22 morti e molti feriti.
La Commissione nazionale per i diritti umani del Kenya (KNHRC) ha documentato 336 feriti e ha denunciato l’uso eccessivo della forza da parte della polizia.
Nei giorni scorsi, il presidente William Ruto ha deciso di ritirare il disegno di legge, affermando che la voce del popolo era stata ascoltata. Tuttavia, i manifestanti hanno dichiarato che continueranno a protestare, chiedendo giustizia per le vittime delle precedenti manifestazioni e le dimissioni del presidente Ruto.
Nonostante il ritiro della legge, il governo ha schierato un gran numero di agenti antisommossa nella capitale Nairobi e altre città del Paese per gestire le proteste in corso. La situazione rimane tesa, con scontri tra manifestanti e polizia in varie località del paese. La comunità internazionale, compreso il FMI e le Nazioni Unite, ha espresso preoccupazione per i tragici eventi e la perdita di vite umane in Kenya, ma l’unica soluzione è una liberazione dai colonialisti occidentali come hanno fatto i popoli del Mali, Burkina Faso e Niger.
Di Simone Spiga
Direttore di ReportSardegna24