L’allenatore Claudio Ranieri. La sua percentuale sul successo rossoblù

In una precedente analisi abbiamo approfondito il ruolo dell’allenatore, il suo profilo, le sue competenze ed il suo staff.

Ci siamo chiesti, in una squadra quanto realmente conta in percentuale?
Molti gli attribuiscono una importanza relativa pari addirittura al solo 10-20%, del resto in campo ci vanno i calciatori.

C’è poi da considerare anche l’aspetto tecnico, quello tattico, l’ottenimento dei risultati immediati o mediante attenta e lungimirante programmazione.
Una società a certi livelli si documenta e conosce il lavoro di ciascun allenatore, le sue richieste, le sue esigenze, il suo stipendio.
Un progetto deve partire sempre da una adeguata guida tecnica, naturalmente ingaggiare Massimiliano Allegri non è la stessa cosa che assicurarsi Vincenzo Italiano.

Considerare limitata la percentuale del loro apporto è certamente un errore.
Poi arriva lui, Claudio Ranieri e la stessa percentuale si impenna.
Il paragone con la precedente gestione è schiacciante, la media punti parla chiaro, le vittorie sono aumentate, le sconfitte quasi sconosciute.

I numeri sono impietosi ma è anche tutto il resto a modificarsi radicalmente, in maniera positiva e costruttiva.
Ranieri ha avuto la capacità di rigenerare un ambiente depresso e sull’orlo di una crisi di nervi.
Ha ridato fiducia e dispensato ottimismo non appena arrivato.
Ha parlato chiaro su ambizioni ed obiettivi mai banali, sempre indirizzati verso il massimo e divenuti improvvisamente percorribili solo perché, a suo parere, traguardabili.
Solo il più inguaribile degli ottimisti avrebbe previsto una simile rincorsa in regular season e successivamente una magnifica cavalcata nei play off.

Eppure Sir Claudio sin dal principio non si è posto limiti, gasando ambiente e soprattutto squadra, ripristinando antichi ma sempre attuali valori come l’attaccamento alla maglia, la squadra come espressione di un intero popolo, di un’intera regione.
Chi gioca per il Cagliari deve sputare sangue, deve essere responsabilizzato perché sa che dietro di lui c’è una terra, un popolo che spinge e che è sicuramente il valore aggiunto, il dodicesimo uomo in campo sia in casa che in trasferta.

Ranieri ha preteso che i fischi si trasformassero sempre in applausi anche là dove non fossero meritati, valori di identità sempre ricorrenti ed assorbiti magnificamente da ambiente e squadra.
Tutti ad un certo punto realmente uniti verso il raggiungimento del paradiso calcistico dopo il purgatorio sancito dalla tragica partita di Venezia del campionato precedente.
Da un punto di vista tattico abbiamo scoperto un Ranieri nuovo, una autentica sorpresa.

Forse era stato anche in questo sottovalutato, invece il trainer di Testaccio ha saputo cambiare, modificare il suo credo calcistico non rimanendo per forza attaccato a vecchie convinzioni modificando assetto e modulo all’occorrenza anche nel corso di ciascuna partita.
Le sue intuizioni, il suo azzardare ha spiazzato tutti, compresi gli avversari.
Grande la capacità di adattamento verso gli stessi, sui quali si è presentato addirittura documentato e su cui interveniva con opportune contromisure.
Una umiltà persino esagerata, più volte rilevata.
Una forte capacità di adattamento a tutte le situazioni ed infine tanta lucidità, anche e soprattutto nelle battute finali, nei momenti decisivi.
Il pianto finale a sancire la conclusione di tutto, il raggiungimento del risultato. E non si è tratta di uno sfogo nemmeno di stanchezza.
Ecco, neanche un attimo di titubanza, non è mai arretrato, non si è mai dato per vinto ed abbattuto, sembra già disposto a ricominciare immediatamente con l’entusiasmo di un ragazzino.
Ranieri manager della sua squadra, forse definirlo allenatore è riduttivo.
Entra pesantemente sul mercato, pretende ed ottiene rinforzi magari quelli non attesi ma fa buon viso a cattivo gioco e va avanti.
Per il futuro proviamo ad immaginare uno scenario identico ma saremo in serie A e le esigenze saranno diverse.
Claudio lavora dunque in sinergia con il presidente ed il direttore sportivo, li stimola e li consiglia a seconda delle sue esigenze. Questi attori si sentono responsabilizzati, devono dare il massimo, lo richiede Claudio Ranieri..
Come lo staff di cui dispone, dal fido secondo Benetti, al preparatore dei portieri sino ai preparatori atletici.
La cura dei dettagli è certosina, maniacale, i giocatori anche quelli acciaccati o non in condizione stimolati a dovere dallo staff tecnico rossoblù.

E Ranieri in prima persona a coordinare il lavoro anche in questo caso.
Sinergie di intenti anche con lo staff sanitario, con il medico sociale, lui monitora in prima persona tutto.
Il tecnico sempre attento anche al settore giovanile, a valorizzare la figura dei giovani là dove possibile.
Obert, Kourfalidis, Luvumbo, Ciocci ma anche Lella prodotti del vivaio in campo finalmente da protagonisti.
Potremo ancora andare avanti ma preferiamo fermarci in attesa che Sir Claudio ci stupisca nuovamente.

Il meglio deve ancora venire, potete starne certi.

 

 

Calcio, la domanda sorge spontanea: quanto conta davvero un allenatore? – Report Sardegna 24

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