L’Anticorruzione rileva «uno squilibrio nel rapporto tra il concedente pubblico e la parte privata, a danno del pubblico sul quale finisce per essere trasferita la maggior parte dei rischi».
L’Anac ricorda di aver proposto «alcuni interventi emendativi volti a rafforzare le garanzie della parte pubblica, che però in sede di conversione del decreto il governo non ha accolto». Oltre a ricordare che il progetto del Ponte risale a dieci anni fa. Dal ministero dei Trasporti non arriva una risposta ufficiale.
Matteo Salvini si limita a definire il rilievo «infondato» ma dalle parti di Porta Pia si osserva che «stiamo parlando di una società al 51% pubblica, tutta in-house, con una gara europea che è stata vinta da tempo e dunque con un progetto noto». Insomma, «non si capisce bene a che cosa l’Anac si possa riferire».