‘Se dici sì al referendum vuol dire che il giorno dopo due milioni e mezzo di persone che oggi la cittadinanza non ce l’hanno ma che lavorano qui, che sono residenti qui, che pagano le tasse qui, ce l’avranno.
Avrai quattro milioni di persone a cui è stata cancellata la tutela dell’articolo 18 perché dal 2015 in avanti non ce l’hanno più. Che di nuovo avranno la tutela contro un licenziamento ingiusto”.
Lo ha detto il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini, in occasione del lancio alla Fiera di Cagliari della campagna sul referendum su lavoro e cittadinanza.
“Avrai quattro milioni di persone, tutti quelli che lavorano in imprese con meno di 15 dipendenti, che avranno delle tutele in più che oggi non hanno – ha aggiunto – Una botta contro i contratti a termine, che oggi sono liberalizzati: con il sì al non possono più essere utilizzati in modo così diffuso e precario come avviene adesso”.
“Parliamo di salute e sicurezza – ha concluso Landini – I morti sul lavoro, dove sono avvenuti? Nelle imprese in subappalto, in molti casi le vittime sono precari. Con quella legge succede una cosa molto precisa, che l’impresa madre, è lei che è responsabile di quello che succede lungo tutta la catena”
“Non si conosce ancora la data. Avremo un incontro martedì 11 con la presidenza del Consiglio e col ministro degli Interni. Abbiamo chiesto tre cose molto precise.
Che il voto avvenga in modo congiunto con le amministrative. Che venga fatto un provvedimento che permetta a tutte le persone che sono fuori sede, lavoratori, studenti, di poter votare. E c’è un tema che riguarda anche gli italiani all’estero, stiamo parlando di 4.700.000 di persone che hanno il diritto di votare, di mettere in campo tutte le azioni utili affinché queste persone siano informate conoscano e abbiano la possibilità di votare”. Lo ha ribadito il segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini in occasione del lancio a Cagliari della campagna sul referendum su lavoro e cittadinanza.
“Abbiamo chiesto anche un incontro con l’amministratore delegato della Rai e abbiamo scritto alla Commissione di vigilanza perché crediamo che sia necessario che il servizio pubblico, che è pagato da tutti noi, svolga la sua funzione per mettere nella condizione le persone di conoscere, di sapere e di poter decidere come votare. E credo, e lo chiederemo anche al governo e a tutte le forze politiche, che in un momento anche di crisi della democrazia come il nostro Paese sta vivendo sia necessario che ci sia un appello da parte di tutti ad andare a votare – ha aggiunto – Poi naturalmente ogni partito, ogni persona userà la sua testa e deciderà come, ma credo che sia un atto molto importante quello di rafforzare il ruolo della democrazia e della partecipazione, anche perché il referendum, rispetto ad altre elezioni politiche e amministrative, ha una caratteristica: Chi va a votare non delega qualcun altro a decidere per lui cosa fare. Il referendum permette ad ogni singola persona, di decidere lui direttamente con il suo voto, con il sì o con il no. E il risultato si vedrà il giorno dopo del referendum”.