L’arte visionaria di Giovanni Atzeni in mostra a Barumini

Visioni d’artista in un racconto per immagini immerso in uno scenario fiabesco, onirico.

Il centro Lilliu di Barumini, comune del sud Sardegna celebre per il complesso nuragico riconosciuto dall’Unesco, ospita la personale di Giovanni Atzeni.

Una ventina di opere di pittura ad olio su tela che si svelano ai visitatori in tutta la loro dimensione sospesa tra realtà e immaginazione.

L’esposizione, “Riflessi dell’anima. L’arte visionaria di Giovanni Atzeni”, allestita dal 13 settembre e può essere visitata fino al 13 ottobre dalle 10 alle 19 tutti i giorni. Nella sala principale della struttura, intanto, fino al 31 dicembre è in corso la mostra “Gladiatori e Antica Roma in Sardegna: Mito, storia e rappresentazione artistica”, che continua ad attirare un numeroso pubblico.

Giovanni Atzeni, originario di Sant’Andrea Frius, classe 1951, sarà presente all’inaugurazione insieme al sindaco Michele Zucca e al presidente della Fondazione Barumini Emanuele Lilliu.

“Il centro Giovanni Lilliu si arricchisce di un’altra preziosa mostra che permetterà ai visitatori di scoprire le opere di Giovanni Atzeni. Si tratta di un allestimento – spiega il presidente della Fondazione – che si aggiunge all’offerta che proponiamo ai turisti nel loro tour di visita ai nostri tesori archeologici e storico-culturali. Questo nuovo percorso espositivo oltre a far conoscere le opere dell’artista, rafforza il legame con la storia della Sardegna che qui a Barumini assume contorni ancora più forti per la presenza del sito Unesco, Su Nuraxi, e del sito Su Nuraxi e’ Cresia, massime espressioni della civiltà nuragica”.

L’allestimento è stato curato da Andreina Ghiani. Tiziana Pace nel catalogo della mostra sottolinea le peculiarità della pittura di Atzeni: “La sua tavolozza passa da toni monocromatici a cromie vivaci, ambientazioni notturne e sognanti, a evocare un mondo parallelo e misterioso. Le sue composizioni visionarie spaziano tra le simbologie e le allusioni del surrealismo.

L’artista crea un’atmosfera sospesa, un linguaggio silente che si cela dietro spazi lontani e vicini, tempi passati e futuri, cielo, terra ed orizzonte. Un paesaggio dell’anima – chiarisce Tiziana Pace – che si tramuta in un emblematico paesaggio di riflessione e meditazione contemplativa. Un invito a riflettere e a connettersi con la vastità della vita”.

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