Sabato scorso in tutte le città del mondo si sono tenute manifestazioni e sit-in davanti ad ambasciate e consolati australiani per chiedere al governo di Canberra di adottare misure più concrete e visibili per fermare la persecuzione giudiziaria di Julian Assange. Il giornalista (di origine australiana) è detenuto nel Regno Unito in attesa di essere estradato negli Stati Uniti dove sarà processato per aver rivelato crimini di guerra commessi da Stati Uniti ed Inghilterra in Iraq e Afghanistan.
A Milano i manifestanti si sono concentrati sotto al consolato. A Roma gli attivisti hanno consegnato all’ambasciatrice australiana una lettera indirizzata al primo ministro Anthony Albanese per accelerare il ritorno in patria di Julian Assange.
La manifestazione si è tenuta sotto l’ambasciata di Canberra sulla via Nomentana. Vincenzo Vita ha ripercorso nel suo intervento la complessa vicenda giudiziaria di Assange e dell’impegno di Articolo 21 per arrivare alla sua liberazione. Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International, ha illustrato le ragioni della mobilitazione mondiale. Il giornalista Enzo Nucci di Articolo 21 ha sottolineato che l’impegno a favore di Assange è parte della battaglia per la libertà di informazione che quotidianamente si combatte nel mondo, a partire dai tanti giornalisti italiani costretti a vivere sotto scorta e sotto la minaccia delle querele bavaglio.
Anche alla Mostra del Cinema di Venezia la campagna per la liberazione del giornalista ha fatto irruzione sul red carpet. L’attrice Laura Morante ha mostrato manifesti che chiedevano la liberazione del giornalista ed editore nel corso della sfilata.