La tragica fatalità dello scontro con un cervo a Pula è stata subito strumentalizzata per alimentare la crociata contro gli animali selvatici sostenuta da Coldiretti sodali con i desiderata e le istanze dei cacciatori. Come riporta l’Istat nel 2022 solo lo 0.1% degli incidenti totali con lesione o morte sono causati da scontri con animali selvatici.
La loro proposta, manco a dirlo, è la “doppietta magica” soluzione universale per tutte le problematiche di convivenza con gli animali selvatici.
I piani d’abbattimento o di contenimento come si preferisce chiamarli per mimetismo semantico, a cui da decenni spesso si fa ricorso, oltre ad essere inefficaci non sono eticamente accettabili.
Diversi studi inoltre evidenziano che sparare disperde gli animali aumentando così il rischio di attraversamenti ed
incidenti così come avviene durante la stagione venatoria.
Possibile che ancora oggi si avanzino proposte eticamente sbagliate, contrarie al sentimento della maggioranza dei cittadini condannando animali a morte per una fatalità le cui cause dovrebbero essere ricercate nelle azioni o nelle omissioni dell’uomo?
LAV chiede che vengano applicate soluzioni efficaci e non cruente, per la sicurezza delle persone e degli animali stessi. Gli strumenti utilizzati in altre regioni e in Europa per prevenire gli incidenti stradali causati dagli attraversamenti degli animali sono le reti di protezione anti-attraversamento selvatici, le recinzioni elettrificate a basso voltaggio, i dissuasori di attraversamento acustico-luminosi, i passaggi faunistici e gli attraversamenti faunistici per le grandi arterie. Sistemi inesistenti in Sardegna sebbene richiesti da anni, utili anche per animali d’allevamento incustoditi e cani e gatti vaganti frequenti nell’isola.
L’incidente di Pula è occorso in una zona a ridosso della foresta del Parco Regionale di GutturuMannu, habitat di cervi. Una zona già teatro in passato, di incontri uomo-animale soprattutto con bovini allo stato brado. Risulta evidente che quelle strade non sono dotate delle protezioni adeguate alla loro allocazione geografica. Una volta il cervo sardo era un orgoglio dei cittadini, da tempo qualcuno lo vuole collocare di fronte al mirino dicendo di voler tutelare la sicurezza stradale.
Ricordiamo che a marzo la Camera ha bocciato gli emendamenti, di cui uno presentato da un esponente della maggioranza, riferiti al disegno di Legge del Governo per la riforma del Codice della Strada, che introducevano l’obbligo di costruire attraversamenti stradali e installare dissuasori per favorire lo spostamento degli animali selvatici garantendo la sicurezza degli automobilisti e degli animali stessi.
La progressiva antropizzazione degli habitat dei selvatici, la non corretta gestione dei rifiuti, la cattiva gestione dei suoli boschivi, così come l’alimentazione fornita da cittadini sono tra le cause dell’inurbamento della fauna selvatica, la quale si sposta dove trova cibo, e acqua (in stagioni siccitose sono frequenti gli avvicinamenti a bacini e fonti idriche).
Le soluzioni esistono, bisogna coglierle ed applicarle anziché creare paure, fare ridicole dichiarazioni di guerra alla fauna selvatica e sparare numeri a caso.
Secondo Coldiretti i cinghiali, eletti nemico pubblico numero uno, sono 2.3 milioni. L’ultimo dato Ispra parla di 1.5 milioni. Coldiretti afferma che i cinghiali causano 200 milioni di danni alle aziende ogni anno. Ispra parla di 120 milioni tra il 2015 e il 2021, una media di 17 milioni annui. I rimanenti 183 milioni sono un tentativo di far rimborsare negligenze degli agricoltori quali l’utilizzo inesistente di recinzioni elettrificate e dissuasori?
Gli abbattimenti sono già in continuo aumento, come certificato da ISPRA nel suo studio 2015-2021, dimostrazione palese che la caccia è solo un passatempo sanguinario che, invece di ridurre i danni attribuiti ai cinghiali li fa aumentare. I cacciatori che tra gli anni 70 e 80 hanno introdotto cinghiali provenienti dall’est europa non hanno alcun interesse a ridurne il numero anzi hanno bisogno che si gridi sempre all’emergenza.
LAV chiede di investire cifre adeguate nello sviluppo del vaccino immunocontraccettivo GonaCon (una sola somministrazione garantisce la sterilità dei cinghiali per cinque anni) anziché spendere centinaia di milioni in assurdi progetti che portano benefici solo ai cacciatori. LAV invita ad affrontare i problemi in scienza e coscienza.