Sono tante le bufale che Salvini, ministro delle infrastrutture racconta quotidianamente sul Ponte sullo Stretto, senza dimenticare che lo stesso leader della Lega più volte si espresse contro il ponte della vergogna.
Ma andiamo in ordine, non è vero che infrastrutture di questo tipo e di questa lunghezza si fanno ovunque.
Il progetto prevede una campata unica di 3,3 km di lunghezza, mentre la campata più lunga al mondo, quella del Ponte dei Dardanelli in Turchia, è di circa 2 km di lunghezza ed è solo stradale, senza binari ferroviari.
L’area dello Stretto di Messina è ad elevata attività geologica e sismica. La Calabria meridionale e la Sicilia Orientale sono ricomprese nella Zona sismica 1 (a maggiore pericolosità), secondo la Classificazione sismica – aggiornata al novembre 2020 – del Dipartimento della Protezione Civile.
Non è vero che il Ponte serve a chi ogni giorno si sposta da una sponda all’altra dello stretto.
ll punto minimo di attraversamento, considerato come condizione necessaria alla realizzazione del Ponte a campata unica, allontana l’attraversamento dai baricentri delle aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria, peggiorando o non migliorando nei fatti gli spostamenti e i tempi di percorrenza tra i due centri principali dell’area alle 4.500 persone che ogni giorno si muovono tra le due sponde.
Non è vero che il Ponte collegherebbe le città siciliane rapidamente con Roma grazie all’alta velocità.
Secondo le previsioni di Ferrovie dello Stato, il tempo di percorrenza tra Roma e Palermo sarà di sette ore. Questo, tra l’altro, solo quando anche i lavori dell’alta velocità tra Palermo e Messina e tra Reggio Calabria e Salerno saranno completati. Chiaramente tempi non competitivi rispetto ai collegamenti aerei.
Non è vero che il ponte sarà sostenibile dal punto di vista ambientale.
Qualunque sforzo per rendere sostenibile ambientalmente un’infrastruttura di questo tipo verrebbe annullato dall’impatto generato sulle due Zone di Protezione Speciale presenti. Sul lato calabrese la ZPS della Costa Viola e su quello siciliano dalla ZPS dei Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antenna a Mare e area marina dello Stretto. Oltre che da un sistema di ben 11 ZSC (Zone Speciali di Conservazione).
Non è vero che il ponte è economicamente sostenibile.
È stato già speso circa 1 miliardo di euro in progetti, senza realizzare alcuna opera. Mentre ancora non si ha idea di quanto effettivamente, a fine lavori, costerebbe. Si tratta inoltre di un’infrastruttura che è passata dai quasi 5 miliardi del 2001 (delibera Cipe 121/2001) ai 6,3 miliardi stimati dalla Corte dei conti nel 2011, fino agli 8,5 miliardi dell’anno seguente.
Quindi? a cosa serve il Ponte sullo Stretto?
Di Simone Spiga
Direttore di ReportSardegna24