Goletta Verde con la campagna estiva di Legambiente che monitora lo stato di salute dei mari e delle coste italiane è approdata nel nord Sardegna, a Porto Torres, per lanciare un messaggio sulle energie rinnovabili: “Il futuro energetico della Sardegna passa per l’eolico offshore”.
“Bisogna avere il coraggio di andare in questa direzione e, perché la transizione ecologica sia una vera occasione di sviluppo per l’Isola, deve essere governata”, sostengono i pseudo ambientalisti.
L’arrivo di Goletta Verde è stata l’occasione per analizzare, dal loro punto di vista, il contesto energetico della Sardegna, discusso nella conferenza “Il Vento del futuro. Tra innovazione, paesaggi energetici, territori e decarbonizzazione”, che si è svolta in porto alla presenza, fra gli altri, di Annalisa Colombu, presidente di Legambiente Sardegna, Marco Crestani, portavoce di Goletta Verde, Massimo Mulas, sindaco di Porto Torres, Antonio Sassu, assessore all’Ambiente del Comune di Sassari.
Dal dibattito è emerso che il potenziale per la Sardegna è enorme e sono già disponibili i progetti per far raggiungere all’Isola gli obiettivi fissati al 2030. Basti pensare che sono stati presentati 177 progetti per l’energia rinnovabile, attualmente in attesa di valutazione statale, di cui almeno 20 per l’eolico offshore. A questi si aggiungono le 36 richieste di connessione a Terna per 23,73 GW di possibile potenza installabile. Dando uno sguardo al solo settore elettrico, secondo Terna, nel 2021 in Sardegna sono stati prodotti 12,51 TWh netti di energia, di cui il 71% da fonti fossili, che hanno immesso in atmosfera 5,7 milioni di tonnellate di CO2.
“Invece di puntare ancora sulla metanizzazione e sui rigassificatori, la Sardegna – chiarisce Annalisa Columbu – dovrebbe cogliere l’occasione per portare innovazione e costruire un sistema energetico basato sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica. I progetti ci sono, le imprese sono pronte: serve che il sistema istituzionale si prenda la responsabilità di scegliere i migliori progetti e governare, insieme ai territori interessati, il processo di realizzazione degli impianti perché siano massime le ricadute sia in termini ambientali che di sviluppo locale”.
Legambiente dimentica che la soluzione, che ovviamente è da basare sulle fonti rinnovabili, però non deve essere uno strumento in mano a multinazionali che hanno il solo interesse di speculare nel settore energetico.
Indispensabile è puntare su piccoli impianti per rendere le comunità, i paesi, le piccole realtà cittadine autonome dal punto di vista energetico con un mix di mini e micro eolico, solare e quant’altro possa garantire fonti rinnovabili, senza occupazione del territorio da parte di mega strutture speculative e lontane dalle esigenze dei sardi.
Di Simone Spiga
Direttore di ReportSardegna24