Dopo lo sciopero del 6 maggio, l’Usigrai è scesa in piazza per dar vita ad uno Speakers’ Corner e (ri)lanciare l’allarme per la libertà di informazione in Italia. L’iniziativa, dal titolo ‘Libertà di informazione, un diritto in pericolo’, si è svolta davanti alla sede Rai di viale Mazzini giovedì 16 maggio 2024, prima giornata della missione a Roma della delegazione del Media Freedom Rapid Response, il consorzio europeo che monitora la libertà della stampa e dei media.
«Siamo qui per dare voce a chi in questo momento sente forte sulla propria pelle il tema dell’informazione», ha esordito Daniele Macheda, segretario Usigrai, aggiungendo: «Difenderemo anche il diritto di sciopero, nei prossimi giorni presenteremo tre denunce per comportamento antisindacale davanti al giudice del lavoro di Roma, Bari e Pescara, in relazione a quanto avvenuto in Rai durante lo sciopero». Nelle oltre due ore di interventi, tra bandiere e cartelli, a salire sul palco sono stati in tanti. A partire dalla Federazione nazionale della Stampa italiana.
«Questa non è una mattinata dei giornalisti, della casta, né soltanto della Rai – ha evidenziato il presidente Vittorio di Trapani – Questa è una mattinata della società civile, delle associazioni e dei movimenti che credono nei diritti e nelle libertà costituzionali. Dobbiamo spiegarlo con chiarezza: non stanno attaccando la stampa e basta. Stanno attaccando le libertà costituzionali». Per Di Trapani, «è arrivato il momento di rafforzare l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori, nel massimo rispetto delle storie dell’identità di ciascuno. Ma è il momento dell’unità per un bene primario da difendere: il bene primario della libertà e dei diritti», ha aggiunto.
Il segretario di Stampa Romana, Stefano Ferrante, ha osservato che «in Italia c’è un problema di opinione pubblica e dibattito pubblico. Manca la dialettica delle idee perchè per troppi anni abbiamo subito una pressione conformista sull’informazione. Ora vengono messi in discussione i diritti associativi e il diritto di sciopero».
«Qui oggi parliamo di libertà e del diritto dei cittadini, che tra l’altro pagano un canone, a un’informazione che racconti quello che davvero sta accadendo nel nostro Paese», ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ha anche puntato il dito sulla nuova povertà e sul tentativo di negare il diritto allo sciopero. «Stiamo assistendo a una visione politica e un disegno di chi pensa che stare al governo non sia gestire e mediare tra i diversi interessi, ma comandare e affermare un unico punto di vista. Questa situazione va contrastata con ogni mezzo democratico», ha incalzato Landini.
«Non c’è solo la voglia di imbavagliare giornalisti fastidiosi, qui c’è un disegno più ampio, che emerge da un’assoluta insofferenza a qualsiasi tipo di critica», ha denunciato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. «Lo troviamo con la Rai, con gli editori e sui giornali. Ecco perché – ha concluso – non c’è bisogno soltanto di solidarietà, ma di un impegno continuo a sostenere i diritti riconosciuti dalla Costituzione».
Per la delegazione del Mfrr è intervenuta Renate Schroeder, direttrice della Federazione europea dei giornalisti. «Sono tre – ha spiegato – i punti che ci preoccupano maggiormente: la Rai, il conflitto di interesse con la vendita dell’Agi a un politico della Lega Nord e la nuova legge sulla diffamazione. Viaggiamo nei Paesi dell’Unione o nei Paesi candidati per vedere come è la situazione. In Italia siamo venuti con urgenza: volevamo venire a settembre, ma abbiamo visto cosa sta succedendo. Stileremo un rapporto con un elenco di raccomandazioni che invieremo al governo, ma anche alla Commissione europea, che è molto preoccupata per quello sta accadendo qui».
All’iniziativa hanno partecipato anche rappresentanti dei Comitati di redazione di Repubblica, Agi, Il Fatto Quotidiano, dell’Ordine dei giornalisti e di associazioni come Amnesty International Italia, Antigone, Articolo 21, Casa Internazionale delle donne, Giulia Giornaliste, Legambiente, Libera, Open Arms, Rete NoBavaglio e Sea Watch, studenti universitari e esponenti del mondo della cultura e dello spettacolo, come il regista Mimmo Calopresti l’attrice e regista Monica Guerritore.