I manifestanti hanno minacciato di chiudere due impianti petroliferi e di gas vicino alla capitale libica Tripoli, con un gruppo che sta conducendo una campagna contro la corruzione che ha lanciato un ultimatum di 72 ore che termina venerdì.
Il gruppo chiamato Movimento per lo sradicamento della corruzione ha dichiarato in una dichiarazione video online che avrebbe «fermato il pompaggio di gas dal complesso di Mellitah», una joint venture tra la National Oil Corporation (NOC) della Libia e l’italiana Eni. Qualsiasi interruzione interromperebbe la fornitura di gas attraverso il gasdotto Greenstream tra la Libia e l’Italia.
I manifestanti hanno chiesto la rimozione del presidente della NOC Farhat Bengdara per quelle che hanno definito «violazioni pari al livello di criminalità». Altre richieste includevano opportunità di lavoro per i giovani nelle aree vicine agli impianti petroliferi e la prevenzione dell’inquinamento ambientale.