Basandosi su alcuni notevoli indizi, nonché sulle esplosive dichiarazioni di Ilich Ramírez Sánchez (Carlos) e di esponenti del mondo politico (il senatore Rino Formica) e giudiziario (il giudice Carlo Mastelloni) e considerando il contesto internazionale dell’epoca, Luca Tadolini propone per la strage di Bologna l’ipotesi di una pista israeliana, L’esplosivo trasportato da uomini di Carlos per colpire un obiettivo sionista (una scuola ebraica, secondo l’Agence Télégraphique Juive) sarebbe stato fatto “brillare” dai servizi speciali di Tel Aviv, i quali avrebbero così conseguito lo scopo di punire l’Italia, rea di non osteggiare l’attività dei gruppi palestinesi sul suo territorio.
Luca Tadolini, nella pubblicazione “Bologna; la pista israeliana.” delle edizioni All’Insegna del Veltro di Parma, basandosi su alcuni indizi non trascurabili, nonché sulle esplosive dichiarazioni di Ilich Ramírez Sánchez (il terrorista internazionale Carlos, che all’epoca della strage lavorava con la sua struttura Separat al servizio del movimento terrorista palestinese Fplp) e di esponenti del mondo politico (il senatore Rino Formica) e giudiziario (il giudice Carlo Mastelloni), il tutto nel contesto internazionale dell’epoca, propone per la strage di Bologna l’ipotesi di una pista israeliana.
Tadolini ipotizza che l’esplosivo trasportato da uomini di Carlos per colpire un “obiettivo sionista” (una scuola ebraica, secondo l’Agenzia Telegrafica Ebraica, agenzia di stampa di primo piano a livello internazionale) sarebbe stato fatto “brillare” dai servizi speciali di Tel Aviv, i quali secondo l’autore avrebbero così conseguito lo scopo di punire l’Italia, rea di non osteggiare l’attività dei gruppi palestinesi sul suo territorio, ai quali veniva assicurata libertà di movimento in base al Lodo Moro. Quel Lodo entrato in crisi con l’affare dei missili Strela sequestrati a Ortona e l’arresto di Abu Anzeh Saleh, sedicente studente palestinese a Bologna ma in realtà referente in Italia di George Habbash, capo del Fplp, e ufficiale di collegamento attraverso la casella postale 904 tra lo stesso Habbash e Carlos lo Sciacallo.