Mahmood, Francesco Renga, Angelo Sotgiu dei Ricchi e Poveri.
E poi la potenza e bellezza del millenario canto sardo con i Tenores di Bitti nella serata delle cover, il 9 febbraio, in coppia con Mahmood. Tradizione e contemporaneità allo specchio. Sotto le luci della ribalta nazionale e internazionale, dunque, il canto a tenore, bene intangibile Unesco, apprezzato in tutto il mondo, in dialogo con le raffinate idee musicali di Mahmood, in gara con il brano “Tuta gold”, già vincitore di due edizioni di Sanremo nel 2019 con “Soldi” e nel 2022 con “Brividi” in coppia con Blanco.
La Sardegna sarà protagonista della 74/a edizione del festival di Sanremo in un itinerario che da Orosei, paese della madre di Mahmood, giunge a Tula, di cui è originaria la madre di Francesco Renga, in gara in coppia con Nek, e arriva fino alla Gallura, a Trinità d’Agultu, dove è nato Angelo Sotgiu dei Ricchi e Poveri che si propongono stavolta in duo, Angelo Sotgiu e Angela Brambati. Domus de Maria è invece il paese di Daniele Cabras, in arte Dany Cabras, tra i protagonisti del “PrimaFestival”.
Ma, momento storico, atteso da tutta l’Isola, venerdì Mahmood con i Tenores di Bitti porterà sul palco le sue radici sarde e la sua rilettura, tutta da scoprire, di una delle perle del repertorio della canzone d’autore italiana: “Com’è profondo il mare” di Lucio Dalla. “E’ un onore e una grande emozione per noi essere stati chiamati da Mahmood e poterci esibire in questo duetto. Siamo entusiasti che l’antico canto dei pastori della Sardegna sia stato valorizzato in questo modo straordinario e portato per la prima volta a calcare la scena della rassegna canora più importante della musica italiana”, raccontano all’ANSA i Tenores di Bitti “Remunnu ‘e Locu” appena rientrati da Sanremo dove sono stati impegnati nelle prove al Teatro Ariston.
“Mancano pochi giorni per l’esibizione del 9 febbraio ed è tanta l’emozione che ci accompagna in vista di questa esperienza artistica davvero unica”, confessano. E’ la prima volta a Sanremo e anche la prima collaborazione con il cantante e compositore nato a Milano da madre sarda di Orosei e padre egiziano per il gruppo intitolato al popolare e arguto poeta bittese. Un coro armonico di quattro voci che all’unisono, dopo l’avvio della voce (Dino Ruiu) in sintonia, creano le sonorità attraverso il basso (Mario Pira), la contra (Pierluigi Giorno) e la mezza voce (Andrea Sella).
Questa la nuova formazione del gruppo nato nel 1974 e che vanta collaborazioni con nomi di spicco del panorama internazionale come Peter Gabriel, Frank Zappa, Ornette Coleman, Lester Bowie. Interpreti e ambasciatori nel mondo del canto polifonico, espressione della cultura agro-pastorale, nel 2007 il presidente Giorgio Napolitano li ha nominati Cavalieri al Merito della Repubblica italiana. E ora i quattro cantori sono pronti a trasferire con forza ancora una volta nella contemporaneità, questa ammaliante polifonia. “La curiosità per questo nuovo sodalizio è tanta – commenta Bachisio Bandinu, celebre antropologo e studioso di Bitti – il canto a tenore sta al passo coi tempi e non ha paura di confrontarsi con nuove e differenti sonorità”.