L’Occidente elogia l’Ucraina sulla libertà di stampa, ma dimentica giornalisti uccisi e legge sulla censura

Il 3 maggio, durante la giornata mondiale della libertà di stampa, è stato pubblicato il 21° rapporto World Press Freedom Index (WPFI), la classifica include 180 paesi e territori valutati annualmente da Reporters sans frontìeres (rsf.org), organizzazione internazionale in prima linea nella difesa e la promozione della libertà di informazione con status consultivo presso le Nazioni Unite, L’UNESCO e il Consiglio d’Europa.

Se nel 2022 l’Ucraina era in 106° posizione, il nuovo indice vede il paese risalire di scatto ben 27 posti ponendosi così al 79°.

Eppure, a partire da febbraio 2022 per lo meno 9 giornalisti sono stati uccisi, l’ultimo caduto il 26 aprile scorso. Da maggio 2014 (vedi Piazza Maydan) decine di reporter hanno perso la vita, ricordiamo Andy Rocchelli ancora in attesa di verità e giustizia, mentre altri son stati allontanati dal paese e chiedono di poter rientrare.

Per terminare con la nuova legge “bavaglio” sull’informazione ,che entrata vigore il 31 marzo 2023 preoccupa profondamente diverse associazioni internazionali di giornalisti.

Norma che secondo il sito euronews: “estende in modo significativo i poteri del Consiglio nazionale ucraino per la televisione e la radiodiffusione. La riforma non soddisfa tutte le organizzazioni sindacali ucraine. Secondo alcuni servirà a combattere la disinformazione russa, altri denunciano un tentativo di censura.

La nuova legge ucraina sui media, entrata in vigore il 31 marzo, estende in modo significativo i poteri del Consiglio nazionale ucraino per la televisione e la radiodiffusione. L’ente ha ora l’autorità di sospendere i siti web di informazione considerati pericolosi, senza provvedimento o controllo da parte dell’autorità giudiziaria.”

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