Si sono svolte le elezioni in Venezuela e ha nuovamente vinto Maduro, che dunque mantiene la carica di presidente.
Come era previsto, l’opposizione liberal-atlantista al servizio degli Stati Uniti, non ha accettato la sconfitta e ha subito gridato ai brogli, con i paesi occidentali tutti succubi del volere yankee.
Tajani, il ministro del Governo della BieloUsa è stato tra i primi a inginocchiarsi al volere del padrone americano, i quotidiani più venduti d’Occidente continuano a sostenere la tesi dei brogli e i popoli “liberali e democratici” sentono solo una verità, falsata dalla democrazia occidentale.
Il pazzo di Milei parla di colpo di stato e lo stesso fanno alcuni leader sudamericani, Washington tenta un regime change, come peraltro nel 2019 già si era provato a fare senza successo con Guaidó, marionetta statunitense prodotta in vitro nei college americani.
Non vi sarà sfuggito che quando vincono le elezioni Putin, Maduro o gli altri oppositori della globalizzazione a trazione americana subito viene evocato con indignazione il tema dei brogli elettorali: perché il concetto occidentale di democrazia ormai è quello per cui nelle elezioni deve comunque vincere solo chi sia gradito a Washington.
Quest’accusa di brogli, nasce a seguito di un exit poll condotto da Edison Research, una società di propaganda attiva oltre che in Venezuela anche in Ucraina, Georgia e Iraq per conto della CIA e del Dipartimento di Stato USA.
Il sondaggio di Edison Research è stato condotto il giorno delle elezioni, indicando che il candidato di destra Edmundo González Urrutia avrebbe vinto le elezioni con il 65% dei voti, sconfiggendo il 31% dei voti previsto da Maduro.
Ora il Presidente Maduro deve proseguire il benemerito ed eroico ruolo di resistenza al nuovo ordine mondiale liberal-atlantista, figurando come il prosecutore della rivoluzione chavista e difendendo coraggiosamente la sovranità nazionale, il socialismo, il patriottismo e il multipolarismo.
Di Simone Spiga
Direttore di ReportSardegna24