“Dal primo aprile 2023 non è più in servizio alcuna ginecologa al consultorio di via Sassari, punto di riferimento per tutte le donne del centro storico e di altri popolosi quartieri cittadini (Monte Mixi, La Palma, Sant’Elia, Quartiere del Sole e Poetto).
Ci risulta che anche il Consultorio di via Is Maglias sia nella medesima situazione”.
L’allarme viene lanciato da un gruppo di donne residenti nei quartieri della Marina, Villanova, Stampace e Castello, che hanno scritto al manager della Asl di Cagliari, Marcello Tidore, al capo distretto Area Vasta Giovanni Salis, alla referente dei consultori familiari Luciana Fancello e per conoscenza all’ assessore alla Sanità Armando Bartolazzi e al sindaco di Cagliari, Massimo Zedda. Avviata anche una raccolta firme.
“Da oltre 14 mesi ci troviamo sole e senza la possibilità di fare, nel territorio di competenza come previsto dalla Legge, tutti i controlli medici necessari e dovuti, talvolta fondamentali per il nostro diritto alla salute: non possiamo più fare le visite ostetrico-ginecologiche, i controlli previsti in gravidanza, non possiamo essere seguite nella contraccezione (fondamentale per evitare gravidanze indesiderate e prevenire interruzioni di gravidanza), nei casi di violenza, nonché, e non da ultimo, tutti gli adempimenti previsti dalla legge per le gravidanze a rischio, che dal 2017 possono essere espletati solo dai consultori – si legge nella missiva – Un’altra situazione che dobbiamo affrontare da sole, senza un supporto ginecologico adeguato, è quella legata alla menopausa”.
“Inoltre – osservano – non abbiamo più nessun punto di riferimento per l’educazione sessuale dei nostri ragazzi: erano numerosi i gruppi di adolescenti che affluivano allo ‘spazio giovani’, attualmente sospeso per carenza di organico. Ci sembra importante sottolineare che nei nostri quartieri sono residenti anche moltissime donne straniere, che si rivolgevano con fiducia al consultorio di via Sassari per la possibilità di essere accompagnate e sostenute, durante le visite, dalle mediatrici linguistico-culturali che oggi ci affiancano in questa istanza”.