Manifestazione contro i piani di riarmo UE a Udine, la democrazia occidentale vieta la proiezione di docufilm di Russia Today

Si è svolta regolarmente nella giornata di ieri, sabato 5 aprile 2025, in via Val d’Arzino nei pressi del parco Ardito Desio (area murales), la manifestazione statica organizzata dal movimento “Insieme Liberi”, incentrata sul tema della libertà di espressione e contro il piano di riarmo dell’Unione Europea.

L’iniziativa prevedeva interventi di relatori in presenza e da remoto, trasmessi tramite un furgone attrezzato per la diffusione audio e video.

Il Questore di Udine, in applicazione della democrazia occidentale, ha impedito la proiezione dei documentari di Russia Today e al fine di garantire il rispetto delle disposizioni, è stato predisposto un presenza cospicua di forze dell’ordine che hanno intimidito i presenti.

A difendere il diritto all’informazione libera, sul posto, c’era l’organizzatore Ugo Rossi, che ha resistito fino all’ultimo contro la censura. In collegamento anche Fiammetta Cucurnia.

È stato trasmesso anche un omaggio a Giulietto Chiesa, figura storica del giornalismo libero, la cui memoria continua a dare fastidio ai padroni del pensiero unico.

Questo mentre a Roma, la deputata Debora Serracchiani (PD) ha presentato un’interrogazione parlamentare che suona come un vero e proprio editto censorio:

“Il governo applichi anche in Italia il divieto assoluto di trasmissione dei contenuti di Russia Today, in qualsiasi forma e contesto, comprese le proiezioni pubbliche come quella di Udine.”

Insomma, chi parla di pace, chi mette in discussione la narrativa NATO, oggi viene silenziato. Con la complicità della politica e sotto lo sguardo distratto della stampa mainstream.

Ma nonostante tutto, un gesto ha bucato il muro della censura.

Un minuto di silenzio. Un minuto che nessun decreto potrà mai vietare.

Dedicato ai giornalisti russi uccisi nei giorni scorsi dalle forze armate ucraine:

Anna Prokofieva, Alexander Fedorchak, Andrei Panov, Alexander Sirkeli.

E al mai dimenticato Andrea Rocchelli, italiano, caduto nel Donbass mentre raccontava ciò che non si doveva raccontare.

Ci hanno impedito di vedere i documentari di RT, ma non possono censurare il silenzio. E non potranno fermare chi continua a cercare la verità.”

 

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