Una marcia della pace nel cuore di Cagliari. Proprio sabato, nelle strade dello shopping e nell’ultimo giorno della settimana del back friday.
Perché il messaggio è chiaro: coinvolgere tutta la città, anche chi in questo momento sta pensando ai regali natalizi, per fare sentire il no alla guerra e ai conflitti in corso.
Anche nel capoluogo sardo, in concomitanza con altre iniziative in tutto il pianeta, arriva la terza marcia mondiale per la pace e la non violenza. A Cagliari la manifestazione è organizzata dal comitato Sardigna po sa paxi-Sardegna per la pace. “I problemi – ha detto Antonello Murgia a nome delle circa trenta associazioni che aderiscono all’iniziativa – non si risolvono con le guerre. E le guerre hanno delle conseguenze anche per chi non è direttamente coinvolto: alla nostra disastrata sanità si stanno togliendo soldi per finanziare armamenti. E lo stesso si può dire per i fondi di coesione”.
Appuntamento sabato alle 17 in piazza Garibaldi. Poi una camminata che passerà per via Garibaldi e via Manno. Conclusione in piazza Yenne. “La Sardegna – si legge in un documento del comitato – si inserisce in questo contesto mondiale, come isola a bassa densità di popolazione e con uno sviluppo economico incerto, terra ideale per le speculazioni economiche, sia energetiche che turistiche. Ma soprattutto è base strategica per la preparazione delle guerre, con la presenza sul suo territorio dei poligoni militari di Teulada, Quirra e Capo Frasca, dove si svolgono continue esercitazioni belliche; con la scuola piloti dell’aeronautica militare di Decimomannu, che presto ospiterà i famigerati bombardieri F35, in cui vengono addestrati anche i piloti israeliani impegnati nel massacro genocida del popolo palestinese; con la fabbrica di armi Rwm, nei territori di Domusnovas e Iglesias. Da tempo ne chiediamo la riconversione ad usi civili”.
La marcia sarà accompagnata dalla lettura di poesie e da canzoni. E sarà lanciato di nuovo l’sos: “Chiediamo la dismissione, la bonifica e la restituzione alla popolazione dei poligoni e delle basi militari”.