I giornalisti Massimo Giletti (ex conduttore di Non è l’Arena, programma di approfondimento sospeso da La7 nell’aprile scorso,) e Sandra Amurri, (opinionista fissa della stessa trasmissione) sono indagati per diffamazione dalla Procura di Terni. Sono stati querelati da Giuseppe Graviano, boss di Cosa nostra condannato per le stragi del 1992 e 1993, che sta scontando sei ergastoli in regime di 41bis nel carcere di Terni. Massimo Giletti ha definito la vicenda surreale. Sandra Amurri immagina che la querela, dal contenuto ancora ignoto, si riferisca ad alcune sue frasi durante una puntata di “Non è l’Arena” e lamenta il fatto che l’editore non si farà carico delle spese legali.
La querela è stata notificata ai due giornalisti ai primi di agosto, ma non è ancora possibile conoscerne il testo .
“Solo adesso sono riuscita a consultare la mia posizione di indagata – dice Sandra Amurri a Ossigeno -. Credo che la querela di Graviano, che ancora non riusciamo a leggere, sia riferibile alla puntata di ‘Non è l’Arena’ del 2 aprile 2023, quella in cui io ho parlato della villa che le mogli dei fratelli Graviano avevano affittato in Costa Azzurra, a un costo pazzesco, per il battesimo di uno dei figli. Un bambino incredibilmente concepito in carcere, da un detenuto in regime di 41bis! Ho commentato che quei soldi erano sporchi di sangue. Immagino che Giletti sia stato tirato dentro per avermi dato spazio. Ora dovrò pagare da me l’avvocato, perché La7 non se ne farà carico”.
A “Non è l’Arena” Massimo Giletti si è più volte occupato dei fratelli Graviano, coinvolti nelle stragi mafiose degli anni ‘90 e nell’omicidio di Don Puglisi. Per le minacce attribuite a uno di loro, Filippo (fratello del querelante), a Massimo Giletti è stata assegnata la scorta. Il giornalista ha inoltre intervistato Salvatore Baiardo, l’uomo che aveva favorito la loro latitanza in Nord Italia e aveva parlato di un imminente arresto del boss Matteo Messina Denaro, poi effettivamente avvenuto il 16 gennaio 2023.
Giletti aveva riferito agli inquirenti che Baiardo gli aveva mostrato una foto che ritraeva Berlusconi, il generale dei CC Francesco Delfino e un altro uomo, non riconoscibile, che il pentito affermava essere Giuseppe Graviano. Baiardo ha negato la circostanza, ma successive indagini e intercettazioni lo hanno visto indagato per calunnia nei confronti del giornalista.
Giletti: “Non riesco a capire il divieto di accesso agli atti – dice Massimo Giletti a Ossigeno –, è grave non sapere di che cosa si è accusati. Ho fiducia nella giustizia, ma è surreale ricevere una querela dal fratello di chi mi vuole morto. Probabilmente siamo di fronte a un paese che va all’incontrario, ma visto quanto ho subito nel recente passato col mio gruppo di lavoro non mi stupisco più di tanto. Ciò che mi amareggia in realtà è il silenzio che ci ha circondati. Lasciare soli giornalisti che combattono contro la mafia è inquietante, perché le parole hanno un loro valore, diventano una rete di protezione. Non si creda che siano vana retorica, il silenzio diventa prima solitudine e poi crea un vuoto pericoloso e permeabile alle minacce. Ma io non ho paura, andrò sempre avanti per la mia strada. Chi pensa che scenda a compromessi si sbaglia. Non l’ho mai fatto e questa è la mia forza”.
Amurri: “E’ triste dirlo – gli fa eco Sandra Amurri -, ma su due giornalisti che hanno fatto solo il loro mestiere sembra avere la meglio uno stragista condannato a 6 ergastoli e al 41bis. Mi fa male il silenzio dei colleghi e dell’Ordine dei giornalisti. A me hanno insegnato che non bisogna voltarsi dall’altra parte di fronte a una palese ingiustizia”.
Ossigeno per L’Informazione esprime solidarietà ai due giornalisti coinvolti nella vicenda e chiede alla Procura di metterli al più presto a conoscenza delle accuse loro rivolte, come è diritto di ogni cittadino, per potere stabilire un’adeguata difesa.