Maxi-sequestro ad Amazon, “controllo digitale su lavoratori in appalto”

La Guardia di Finanza, su mandato della Procura di Milano, ha sequestrato 121 milioni ad Amazon Italia Transport, società controllata dalla multinazionale statunitense del commercio elettronico. Ora si attende la convalida da parte del giudice per le indagini preliminari (gip). Sono inoltre in corso perquisizioni a Milano e Torino a carico di persone e società coinvolte. Risultano indagati tre dirigenti e la stessa società.

L’inchiesta, analoga ad altre recentemente aperte dai magistrati meneghini su società di logistica e distribuzione,  si concentra sui cosiddetti “serbatoi di manodopera”, ossia un presunto sistema attraverso il quale grandi aziende si garantiscono “tariffe altamente competitive” sul mercato “appaltando” per i loro servizi di logistica la manodopera a cooperative, consorzi e società “filtro” in modo irregolare, con annesso “sfruttamento del lavoro”. Le vicende emerse dalle indagini riguardano “transumanze” di personale da una all’altra di queste società intermedie, per le quali formalmente lavoravano, con conseguenti perdite di contributi previdenziali e assistenziali.

Ricostruendo “la ‘filiera della manodopera’, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con la società committente sono stati ‘schermati’ da società ‘filtro’ che a loro volta si sono avvalse di diverse società cooperative (società ‘serbatoio’), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale”, scrive  il procuratore di Milano Marcello Viola. Le indagini “hanno a oggetto il fenomeno della somministrazione illecita di manodopera” e le ipotesi investigative riguardano “una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale”, ossia Amazon Italia, “del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti”.

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