Meana Sardo: su il sipario sulla Stagione di Prosa e Danza al Teatro San Bartolomeo

Viaggio sul filo delle storie e delle emozioni con la Stagione di Prosa | Danza e Circo Contemporaneo 2024-2025 organizzata dal CeDAC / Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal Vivo in Sardegna al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo con il patrocinio e il sostegno del MiC / Ministero della Cultura, della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Meana Sardo e con il contributo della Fondazione di Sardegna. Nel cuore della Sardegna un ricco carnet di eventi e iniziative nel segno dell’arte e della cultura: la Stagione teatrale di Meana Sardo raddoppia grazie al contributo straordinario della Legge Regionale N. 13 del 18 settembre 2024 per incentivare la diffusione della cultura in tutto il territorio attraverso il coinvolgimento del pubblico dei paesi limitrofi.

«Il teatro a Meana  è diventato un punto di riferimento importante in tutti questi anni favorendo relazioni e coesione tra diverse fasce della popolazione  sottolinea Milena Pisu, assessora allo Sport, Spettacolo, Turismo, Associazionismo, Attività Produttive e Sviluppo Locale del Comune di Meana Sardo«Con questo progetto vorremmo principalmente che tra i giovani si sviluppasse la consapevolezza che partecipare al teatro può essere un’opportunità di crescita culturale, aiutandoli a sviluppare fiducia in sé stessi, competenze sociali e creative. Attraverso le attività proposte è possibile affrontare temi sociali, etici o ambientali, stimolando riflessioni e discussioni all’interno della comunitàI laboratori della Fiaba consentiranno di rappresentare questioni vicine alla vita quotidiana degli abitanti, contribuendo alla crescita di una coscienza collettiva».

Una programmazione interessante e ricca di novità, con una Stagione di Teatro Ragazzi con il coinvolgimento delle scuole, un Atelier sulla Fiaba in forma di residenza artistica rivolto alla comunità e “Danzando con le Stelle”, una lezione-spettacolo in compagnia di Carola Puddu e ben nove titoli in cartellone tra dicembre e aprile con protagonisti del calibro di Giuseppe Cederna, Daniele Pecci, Rosita Celentano e Attilio Fontana con Stefano Artissunch, la pluripremiata Silvia Gallerano e l’attrice e comica Debora Villa.

«Il programma di questa stagione è stato pensato con ancora più cura per poter intervenire con ancora più convinzione nella diffusione della cultura in tutto il territorio di Meana – dichiara Valeria Ciabattoni, direttrice artistica del CeDAC Sardegna –, in particolar modo l’appuntamento con la ballerina Carola Puddu e il lavoro di laboratorio / residenza sulla “FIABA” puntano a stimolare la partecipazione dei giovani e il dialogo intergenerazionale. Quest’anno per rendere il teatro più accessibile e facilmente raggiungibile, come punto di riferimento per tutto il territorio, ci sarà inoltre la possibilità di usufruire di un bus navetta che unirà i paesi limitrofi al teatro (sarà obbligatoria la prenotazione e sul sito del CeDAC si troveranno informazioni sulle “fermate”)».

Un intrigante itinerario tra antiche e moderne fiabe, storie e passi di danza e riflessioni sulle relazioni umane con il progetto rivolto ai giovanissimi promosso dal Comune di Meana Sardo in collaborazione con il CeDAC Sardegna: la tradizionale Rassegna di Teatro Ragazzi con le matinées per le scuole si arricchisce di incontri e lezioni-spettacolo con artisti come la danzatrice Carola Puddu e un interessante atelier sulla fiaba in cui i giovanissimi diventano protagonisti.

Il sipario si apre su “Danzando con le Stelle”, una lezione-spettacolo con Carola Puddu e Nicola Barbarossa in cui i due ballerini racconteranno la propria esperienza, la passione e lo studio dell’arte di Tersicore e proporranno alcuni celebri pas de deux dalle creazioni di grandi coreografi.

Fantasia in scena con spettacoli come “Il gatto che imparò a volare” dalla poetica “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda, nell’interpretazione di Fausto Siddi e Roberto Scala, ma anche l’incantevole “Signore e Signora” di Claudia Pupillo, con la consulenza di Ilaria Nina Zedda, liberamente ispirato a “Monsieur et Madame” di Roger Hargreaves, per i più piccoli e “Emotività Digitale” di Roberta Locci, una pièce originale rivolta agli adolescenti per una riflessione sull’uso delle nuove tecnologie e sulle relazioni umane nell’era dei social media e della realtà virtuale.

In programma anche un Atelier sulla “Fiaba / dal racconto al teatro” condotto da Anna Maria Meloni e Francis Pardeilhan, incentrato sul dialogo tra generazioni e la trasmissione dei saperi, che trae spunto dal prezioso patrimonio dell’immaginario popolare e dalla tradizione orale con il coinvolgimento delle anziane e degli anziani per far scoprire a bambine e bambini l’incanto e gli insegnamenti delle antiche favole insieme al meraviglioso gioco del teatro.

Un’indagine sulle umane passioni, dall’amore alla gelosia, tra moderne inquietudini e pregiudizi e luoghi comuni da superare con la Stagione 2024-2025 al Teatro San Bartolomeo di Meana Sardo tra riletture di classici e testi di autori contemporanei, incursioni nel cabaret e nel nouveau cirque in compagnia dei nomi di punta della scena nazionale (e non solo). Riflettori puntati su Giuseppe Cederna, inquietante e ambiguo Jago in un’intrigante versione dell’“Otello” shakespeariano e su Daniele Pecci che veste i panni di Oscar Wilde in “Divagazioni e Delizie” di John Gay, mentre Rosita Celentano e Attilio Fontana interpretano “L’Illusione Coniugale”, una divertente commedia di Eric Assous sull’amore e il matrimonio per la regia di Stefano Artissunch.

Ouverture con brio con Debora Villa in “Tilt / Esaurimento Globale”, il suo nuovo spettacolo scritto a quattro mani con Carlo Gabardini in cui l’eclettica attrice e comica lombarda si confronta con la complessità del mondo contemporaneo tra le inquietudini e le ansie suscitate da guerre e pandemie e i diktat e il dilemma tra essere e apparire nell’era dei social media. Un raffinato e coinvolgente divertissement con “ToyBoys” degli Jashgawronsky Brothers, dove i funambolici musicisti e clowns si cimentano con un vasto repertorio, dalle partiture dei grandi maestri alle canzoni dei Beatles suonate.. con stravaganti e colorati strumenti-giocattolo.

Focus sul rapporto tra cittadini e potere con “L’Assaggiatrice di Hitler”, uno spettacolo di Sandro Mabellini liberamente tratto da “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino con Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani mentre Elisa Pistis, autrice e interprete di “Articoli per Signore”, propone una riflessione sulla condizione femminile e sull’immagine della donna sui giornali. Tra mito e attualità con “Andromaca”, uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica per una moderna rilettura della tragedia di Euripide che racconta le sorti della vedova di Ettore, schiava di Neottolemo costretta a fare i conti con la gelosia e l’odio della moglie di lui, per una riflessione sulle conseguenze della guerra e sulle umane passioni.

Una programmazione variegata che punta sulla drammaturgia contemporanea ma anche sui grandi capolavori della storia del teatro mettendo al centro temi universali e questioni delicate e scottanti, con una particolare attenzione all’emancipazione femminile e alla condizione della donna nella società: si parla d’amore e di parità, ma anche di violenza e femminicidi, tra la fabula shakespeariana e la tragedia greca. Una sapiente alternanza e mescolanza di ironia e leggerezza e profondità, con la “confessione” di Oscar Wilde che rimanda anche all’omofobia e ai pregiudizi e le discriminazioni che così crudelmente hanno segnato la sua vita e una vicenda emblematica e quasi anacronistica nel racconto di una delle “assaggiatrici” scelte per far da cavie e salvare il Führer da ipotetici avvelenamenti, sullo sfondo della Germania del Terzo Reich.

Infine – fuori abbonamento – “Il Racconto del Vajont” di Marco Paolini, nell’interpretazione dell’ingegner Alberto Rubinato: una pièce di teatro civile che ricostruisce la tragedia del 1963, quando a causa di una frana, un’enorme onda fuoriuscita dalla diga travolse i paesi vicini, con un’attenta analisi delle responsabilità, degli errori e delle omissioni ma anche importanti considerazioni sull’entusiasmo per il progresso che fa dimenticare i limiti umani e come la hybris per gli antichi spinge a sfidare la natura e la fortuna.

IL CARTELLONE

La magia del teatro – giovedì 21 novembre alle 11 – con “Il gatto che imparò a volare” di Istranzos de Domo, dalla “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepúlveda con Roberto Scala e Fausto Siddi nel ruolo di due attori-clown che, «stanchi di un mondo dominato dalle nuove tecnologie, decidono di ribellarsi all’invadenza del digitale e di ritornare all’incanto della narrazione dal vivo». Una performance coinvolgente in cui si intrecciano recitazione, mimo e teatro gestuale per evocare sulla scena la moderna favola inventata da grande scrittore, cineasta e poeta cileno, dove il gatto Zorba promette alla giovane gabbiana Zengah, stremata dal lungo viaggio e salvatasi a stento dalla “peste nera”, una pericolosa macchia di petrolio, che si prenderà cura della sua creatura. Quando l’uovo si schiude vede la luce una gabbianella, che scambia il gatto per sua madre, e Zorba con l’aiuto della comunità felina e di un poeta “umano” riesce a a trovare il giusto stratagemma affinché la piccola, seguendo l’istinto, scopra l’arte del volo. Una pièce emozionante e poetica, per una riflessione sull’amicizia, la diversità, l’amore e il rispetto per le differenze.

Il fascino dell’arte di Tersicore – sabato 23 novembre dalle 16.30 – con “Danzando con le Stelle”, la lezione-spettacolo condotta da Carola Puddu, l’artista sarda formatasi alla scuola dell’Opéra di Parigi, con cui ha iniziato la sua carriera come solista partecipando a tournées internazionali e poi perfezionatasi nel repertorio contemporaneo, conosciuta e apprezzata dal grande pubblico grazie alla trasmissione Amici di Maria De Filippi, interprete principale in “Giulietta e Romeo” di Fabrizio Monteverde per il Balletto di Roma e Nicola Barbarossa, ballerino di origini ukraine, diplomato alla scuola del Teatro alla Scala di Milano, nel ruolo de Principe in “C’era una volta Cenerentola”. L’incontro con due giovani danzatori – a cura del CeDAC Sardegna in collaborazione con il Balletto di Roma – rappresenta un’occasione per conoscere il mondo della danza più da vicino attraverso le parole dei protagonisti, ma anche per apprezzare l’eleganza e la perfezione tecnica di un pas de deux. Carola Puddu ritorna nella sua isola per condividere la sua esperienza, fatta di talento, studio e passione che l’ha portata al successo e a danzare sui più importanti palcoscenici nazionali.

Viaggio nell’universo della “Fiaba – dal racconto al teatro” con l’atelier rivolto ai giovanissimi e gli anziani a cura dell’attrice e danzatrice Anna Maria Meloni e l’attore e musicista Francis Pardeilhan: una residenza artistica in programma da lunedì 25 fino a sabato 30 novembre a Meana Sardo per indagare il prezioso patrimonio della novellistica e confrontarsi con l’immaginario popolare, tra creature soprannaturali e fantastiche avventure. Il progetto formativo prevede un ciclo di incontri in cui bambine e bambine identificheranno i personaggi fiabeschi in cui più si riconosceranno e giocheranno a mettere in scena, con l’ausilio di oggetti, abiti e canzoni le loro storie preferite e le anziane e gli anziani potranno riscoprire il piacere della narrazione e dell’ascolto, affinare le proprie capacità e acquisire nuovi strumenti e tecniche, cimentandosi con i linguaggi e le arti della scena. Un’occasione per recuperare i riti e gli spazi della tradizione orale, fondamentale nella trasmissione dei saperi e nella dimensione conviviale, insieme al dialogo tra le diverse generazioni recuperando momenti e situazione importanti e relazioni significative per la vita della comunità.

La Stagione di Teatro Ragazzi continua – mercoledì 11 dicembre alle 11 – con “Emotività Digitale” del Teatro Actores Alidos, uno spettacolo ideato, scritto e interpretato da Roberta Locci in scena con Michela Cogotti, che affronta il tema complesso dei sentimenti e delle relazioni nell’epoca dei social media. «Se osserviamo attentamente i ragazzi ci accorgiamo che oggi i media digitali hanno un ruolo centrale nelle loro esperienze quotidiane individuali e sociali – sottolinea l’attrice e regista Roberta Locci –. Esperienze che passano principalmente attraverso lo smartphone: lo usano sempre, lo usano per tutto e in molti affermano di non poter “vivere” senza. I social media rappresentano per gli adolescenti un nuovo terreno in cui fare esperienze relazionali ed esprimere il sé, un terreno ricco di “emozioni” e “sentimenti” e spesso divengono un falso mezzo per risolvere i problemi e per fuggire dalla realtà». Nella pièce emergono i paradossi della vita quotidiana dove i confini tra reale e virtuale si fanno sempre più sfumati: la protagonista si rapporta unicamente con un ologramma, che materializza i contenuti del suo smartphone in un tentativo di socialità che troppo spesso le sfugge di mano, in uno spazio sociale smaterializzato.

Infine – venerdì 20 dicembre alle 11 – appuntamento con “Signore e Signora” de L’Aquilone di Viviana, ovvero “l’’irragionevole mondo dei signori bambini” messo in scena da Claudia Pupillo, con la consulenza di Ilaria Nina Zedda, in uno spettacolo divertente e poetico, interpretato da Lara Farci e Alessio Rundeddu e liberamente ispirato a “Monsieur et Madame” di Roger Hargreaves. Tra immagini e personaggi stilizzati che riportano all’infanzia, si mettono a confronto caratteri e comportamenti opposti, mescolando l’aspetto ludico e quello educativo e offrendo ai giovanissimi spettatori strumenti per conoscersi e conoscere il mondo. In scena il Signor Gentile e il Signor Maleducato, il Signor Sporco e il Signor Pulito: «le avventure di questi signori, sempre in equilibrio funambolico tra il mondo delle regole e il bisogno di libertà assoluta, raccontano l’universo irrazionale dei bambini attraverso incontri appassionatamente catastrofici – rivela Claudia Pupillo –. «Un vero e proprio braccio di ferro tra chi è più forte, più ingenuo o più testardo, un susseguirsi inesauribile di relazioni in conflitto in cui ognuno va per la sua strada».

Il sipario si apre – mercoledì 4 dicembre alle 21 – su “Tilt – Esaurimento Globale”, il nuovo spettacolo diretto e interpretato da Debora Villa, scritto a quattro mani con Carlo Gabardini, in cui l’attrice e comica racconta la reazione di fronte a fenomeni complessi come «pandemia, guerre, crisi climatica-energetica-economica, politica, terremoti, paure, insicurezze e psicosi collettive». Il rischio è un “esaurimento globale” che annulli ogni capacità cognitiva e relazionale: «dal traffico a tiktok, dai politici disonesti allo sfruttamento sul lavoro, dalle beauty routine al bullismo, dai complottisti agli ignoranti trasformati in opinionisti, i motivi per fare TILT sono davvero tanti». Debora Villa propone un’attenta ma anche ironica analisi della nostra società e di ciò che siamo diventati, intrecciando racconti e affabulazioni teatrali, satira e comicità terapeutica, ma anche rap, con un pezzo scritto da Shade e musicato da Jaro dove sottolinea che “la forza delle donne non la uccidi”, in continua interazione con il pubblico, per «un viaggio interiore alla ricerca della felicità».

La cronaca di una catastrofe – sabato 14 dicembre alle 18 – con “Il racconto del Vajont” di Marco Paolini, nell’interpretazione dell’ingegner Alberto Rubinato (spettacolo fuori abbonamento) che ripercorre i momenti cruciali della costruzione della monumentale diga, un autentico capolavoro d’ingegneria, dall’esproprio dei terreni alla tragica inondazione in cui persero la vita oltre millenovecento persone. Una storia emblematica in cui il mito del progresso si scontra con le forze della natura, ma assumono un ruolo fondamentale l’avidità e la spregiudicatezza imprenditoriale, oltre all’ambizione personale, nel colpevole silenzio delle istituzioni che tra mancati controlli e troppo facili concessioni hanno reso possibile il disastro. Ne “Il racconto del Vajont” affiorano le reazioni della popolazione e gli effetti sul territorio, i dubbi e le contraddizioni dei geologi e le voci (inascoltate) del dissenso, come quella della giornalista Tina Merlin, fino a quella terribile notte del 9 ottobre 1963, quando a causa di una frana un’enorme onda superò l’orlo della diga, travolgendo i paesi del fondovalle: il monologo scritto da Marco Paolini – afferma Alberto Rubinato originario di quella regione e profondo conoscitore della morfologia dei luoghi – rappresenta «un potente antidoto contro future scelte sbagliate e comportamenti scorretti».

Un divertissement musicale – sabato 21 dicembre alle 21 – con gli scatenati Jashgawronsky Brothers, in scena con “ToyBoys”, speciale saggio di fine anno di una Scuola di Musica in cui gli allievi si cimentano con un vastissimo repertorio, dai capolavori dei grandi maestri alle canzoni dei Beatles… suonando con dei giocattoli. Tra classici e virtuosistici accenti e melodie pop, gli affiatati Brother Pavel (alias Paolo Rozzi), Brother Richard (Riccardo Pinato), Brother Francis (Francesco Cigana) e Brother Thomas (Tommaso Piron) daranno vita a un concerto-spettacolo che intreccia le arti circensi, tra giocoleria e acrobazie sommate alla comicità irresistibile dei clowns e la musica, in un susseguirsi di invenzioni e gags. Riflettori puntati sugli irresistibili Jashgawronsky Brothers, reduci da tournées internazionali oltre alle apparizioni sulla ribalta televisiva, da Zelig a Il Circo di Raitre, Music Quiz e Italia’s Got Talent e alla partecipazione a festival e rassegne, che propongono una inedita performance con «topolini parlanti, fattorie sonore, sonagli, trombette, bamboline, pupazzi, ukulele, flautini, chitarrine e tastierine… Immaginate i Beatles alla scuola elementare o i Queen all’asilo dopo aver svaligiato un negozio di giocattoli!».

Una riflessione sull’amore e sul matrimonio – sabato 11 gennaio alle 21 – con L’illusione coniugale” di Eric Assous, nella traduzione di Giulia Serafini, una brillante e maliziosa commedia sulle umane passioni, nella mise en scène di Synergie Arte Teatro, con la regia di Stefano Artissunch, anche protagonista insieme con Rosita Celentano e Attilio Fontana di un ipotetico e pericoloso “triangolo” sentimentale. Focus sui delicati equilibri e le complicate dinamiche della vita di coppia: Giovanna e Massimo decidono di confessarsi le rispettive infedeltà ma mentre lei sembra accogliere con nonchalance le molteplici avventure del marito, la scoperta dell’unico tradimento della moglie risveglia in lui un’improvvisa e bruciante gelosia. I suoi sospetti ricadono su Claudio, un amico di famiglia e una cena a tre diventa l’occasione per mettere alla prova la solidità e sincerità dei rapporti: l’ospite ignaro «si trova così inconsapevole al centro dell’attenzione e la sua presenza crea ulteriori tensioni e divertenti malintesi», in un comico crescendo con un susseguirsi di colpi di scena, tra maliziose allusioni, equivoci e inattese rivelazioni.

Un’indagine sull’universo femminile tra retaggi patriarcali e emancipazione – sabato 18 gennaio alle 21 – con “Articoli per Signore / Viaggio ironico nel mondo delle donne attraverso le parole dei giornalisti (uomini) degli ultimi cento anni”, un originale monologo scritto, diretto e interpretato da Elisa Pistis (Premio Alziator per il Teatro 2021), che trae spunto da una ricerca della giornalista e scrittrice Maria Francesca Chiappe, per la regia di Annalisa Bianco (produzione Teatro Insonne con il sostegno della Fondazione di Sardegna e de L’Unione Sarda). La pièce teatrale attinge alle pagine dei giornali per raccontare l’evoluzione culturale e sociale del Belpaese e in particolare il ruolo e la condizione delle donne tra immaginario (specialmente maschile) e realtà. “Articoli per Signore” propone un’antologia di pezzi di cronaca e costume, per ragionare su modelli e stereotipi, attraverso gli «eventi degni di nota, che i giornalisti hanno scelto di raccontare e ci danno uno spaccato delle diverse epoche: dagli omicidi di fine ottocento/inizio novecento (quelli che oggi chiameremmo femminicidi), alle donne che si affacciano nel mondo del lavoro e ricoprono delle professioni, al diritto di voto del dopoguerra, agli anni 70, fino ad arrivare ai giorni nostri».

La banalità del male, che s’insinua nella vita quotidiana – sabato 15 febbraio alle 21 – con “L’Assaggiatrice di Hitler”, uno spettacolo di Sandro Mabellini liberamente tratto da “Le assaggiatrici” di Rosella Postorino, con Silvia Gallerano e Alessia Giangiuliani e con Marlene Fuochi (fisarmonica e voce), drammaturgia di Gianfranco Pedullà e Rosella Postorino, musiche originali di Francesco Giorgi, light designer Gianni Pollini e sound designer Jacopo Cerolini, scenografia di Giovanna Mastantuoni e costumi di Veronica Di Pietrantonio (produzione Teatro Popolare d’Arte). Ispirata a una storia vera, da cui la scrittrice Rosella Postorino ha tratto il fortunato romanzo (Premio Campiello 2018 e il Prix Jean-Monnet 2019) la pièce narra la singolare avventura di Rosa Sauer, una giovane donna scelta insieme ad altre nove per “testare” i cibi destinati al Führer e preservare da un possibile avvelenamento il capo del Terzo Reich. «Da tempo mi trovavo in posti in cui non volevo stare… continuavo a sopravvivere ogni volta che qualcuno mi veniva portato via» – racconta Rosa Sauer –. «La capacità di adattamento è la maggiore risorsa dell’essere umano, ma più mi adattavo e meno mi sentivo umana».

Un inedito ritratto di Oscar Wilde – sabato 22 febbraio alle 21 – con “Divagazioni e Delizie” di John Gay, uno spettacolo diretto e interpretato da Daniele Pecci (sua anche la traduzione del testo), con i costumi di Alessandro Lai e le musiche originali di Patrizio Maria D’Artista, foto di scena di Tommaso Le Pera, regista assistente Raffaele Latagliata (produzione TSA / Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Shakespeare & Co e Teatro Maria Caniglia – distribuzione PigrecoDelta). Una pièce raffinata ispirata alla vista e alle opere del celebre poeta, scrittore e drammaturgo irlandese, che si racconta in un gioco di citazioni e rimandi dai suoi romanzi e racconti, commedie, saggi e lettere, senza dimenticare i folgoranti aforismi, nel corso di una ipotetica conferenza in cui l’artista, ormai esule e povero dopo i processi e la condanna, dà spettacolo di sé «presentandosi al pubblico parigino come il ‘mostro’, ‘lo scandalo vivente’». Una sottile vena di malinconia affiora nel monologo, altrimenti satirico e brillante, specialmente quando nel ripercorre la sua esistenza il protagonista «attinge a piene mani dal quel doloroso e terribile atto d’accusa che è il ‘De Profundis’», tra amarezza e rimpianto.

Tra mito e attualità – sabato 15 marzo alle 21 – con “Andromaca” da Euripide, uno spettacolo de I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica, con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Iliano (produzione Compagnia Lombardi-Tiezzi, in co-produzione con I Sacchi di Sabbia): un’antica tragedia che mette l’accento sulle conseguenze della guerra come sui conflitti familiari e i giochi di potere. La pièce racconta la vicenda di Andromaca, vedova di Ettore e madre del piccolo Astianatte, barbaramente assassinato dai vincitori dopo la conquista di Troia, prigioniera di guerra, divenuta schiava e concubina di Neottolemo, re dell’Epiro, figlio dell’eroe Achille e sposo di Ermione, figlia della bella Elena e di Menelao. La principessa troiana, che da Neottolemo ha avuto un figlio, Molosso, a causa della gelosia di Ermione, che minaccia di ucciderla durante l’assenza del re, cerca rifugio presso l’altare di Teti (la Nereide madre di Achille): al culmine del pathos, la notizia della morte di Neottolemo scompiglia ancora le carte, in un dramma con temi e ritmi quasi da pochade, dove emergono gli aspetti grotteschi e il sottile confine tra farsa e tragedia.

Un raffinato gioco metateatrale – sabato 12 aprile alle 21 – con “Otello” di William Shakespeare nella riscrittura di Francesco Niccolini, con Giuseppe Cederna nel ruolo di Jago e con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Lucia Socci, Lorenzo Carmagnini, Riccardo Naldini e Elisa Proietti per la regia di Emanuele Gamba (produzione Arca Azzurra). La celebre tragedia elisabettiana trasportata nel teatro delle marionette, come nella folgorante sintesi pasoliniana di “Che cosa sono le nuvole”, con Totò e Ninetto Davoli e con Domenico Modugno nei panni di un “monnezzaro”, Franco e Ciccio, Adriana Asti e Laura Betti: un demoniaco Jago, una sorta di custode dell’inferno, rievoca la storia del Moro di Venezia e della bella Desdemona, ovvero afferma Francesco Niccolini, una «tragedia surreale e ridicola, fatta di tradimenti, sospetti e gelosie». Una versione inedita del celebre dramma proiettato in un universo cupo, dove non esistono né innocenza né bontà, ma solo «piccoli infami, approfittatori e personaggi incapaci di resistere alle tentazioni» e dove Jago allestisce il suo teatro, «in cui finte parole accendono passioni vere che portano dritte ad epiloghi di morte».

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