Il 57% dei medici sardi pensa di lasciare il servizio pubblico: il 35% per andare nel privato, un altro 21% per cambiare attività.
La metà di loro dice che, tornando indietro, non sceglierebbe più di iscriversi in medicina.
È il risultato di un sondaggio di Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri.
Il bicchiere mezzo pieno? C’è chi vuole restare dov’è: il 50% dei fedelissimi motiva la sua scelta con la coscienza di voler garantire a tutti il diritto alla salute. E poi c’è un buon 35% che percepisce ancora come un valore la sicurezza del posto di lavoro. L’indagine punta poi ad analizzare le criticità nei reparti di medicina interna, quelli che in media assorbono circa il 50% di tutti i ricoveri ospedalieri. Per il 14% il problema – secondo il report – resta la carenza di personale medico e infermieristico. La scarsa valorizzazione del medico di medicina interna nell’organizzazione del lavoro ospedaliero è invece segnalata dal 42% degli internisti. La scarsa o mancata integrazione tra ospedale e servizi territoriali è indicata dal 15% degli intervistati. Quasi un plebiscito a favore dell’utilizzo degli specializzandi a copertura dei vuoti in pianta organica: solo il 21% pensa possano mettere a rischio la qualità dell’assistenza. Per il 57% è invece utile, purché svolgano le loro attività affiancati da un tutor.
La formula “straordinari meglio pagati, uguale meno liste di attesa” contenuta nella manovra economica convince i medici: è giudicata efficace dal 50% degli intervistati, ma per il 28% è importante assumere personale. Mentre per il 14% è fondamentale organizzare meglio le attività in modo da garantire un utilizzo più esteso sia delle apparecchiature diagnostiche che delle risorse umane.
“Le criticità maggiori della medicina interna in Sardegna – commenta il presidente della Fadoi Sardegna, Carlo Usai – sono certamente legate alla carenza di personale medico e infermieristico in alcuni presidi ospedalieri, all’incompleta e insufficiente integrazione fra ospedale e territorio, alla scarsa valorizzazione della figura del medico internista.
Tuttavia, come anche emerge dall’indagine, stanno iniziando a comparire delle proposte per risolvere queste problematiche come la contrattualizzazione dei medici in formazione, l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive, la creazione di modelli organizzativi per l’integrazione ospedale-territorio. Ci auguriamo, come Fadoi Sardegna – conclude Usai – che al più presto queste proposte possano trovare la piena attuazione con la cabina di regia del medico internista”.