Sono migliaia le email arrivate all’indirizzo del Municipio 1 di Milano a causa del patrocinio concesso alla mostra “Eyes of Mariupol”, esposta al pubblico in via Dante dal 3 al 17 settembre e successivamente al Museo del Risorgimento.
La mostra doveva essere un racconto della resistenza degli ucraini a Mariupol attaccata dall’invasore russo: una iniziativa «volta a raccontare le vite e i volti dei difensori delle acciaierie Azvostal durante l’invasione russa», si legge sul documento della delibera di giunta datato 20 luglio. La mostra è stata voluta e organizzata dall’associazione UaMi, con il patrocinio del Municipio 1, del Comune di Milano e del Consolato Generale d’Ucraina a Milano.
Ma la polemica è nata per scelta della foto usata sulla locandina: un ritratto in bianco e nero del volto di Denys Prokopenko, comandante del Battaglione Azov, la cui carriera militare è fortemente segnata dalla militanza attiva con vari gruppi neonazista. Una foto che non solo ha imbarazzato presidente e assessori del Municipio 1 ma anche molti esponenti della maggioranza di centrosinistra a Palazzo Marino.
Intanto, sul web impazza la polemica: «Lo sguardo del “difensore” sulle foto è quello di Denys Prokopenko, suprematista bianco e comandante del Battaglione Azov. Non ci venissero a dirci che per gli ucraini quelli sono come partigiani”, si legge in alcuni post sui social della pagina “Comitato Donbass».
«È così che il Comune di Milano, tanto attento ai diritti promuove la pace? Riteniamo gravissimo questo patrocinio e chiediamo l’annullamento dell’evento che propaganda la guerra come valore e distorce la realtà. La guerra non è un servizio fotografico ma un massacro che va fermato subito. Fuori la guerra da Milano», si legge nella nota di Rifondazione Comunista Milano. Resta da capire se, come qualcuno ipotizza, l’esposizione verrà sospesa.