La mobilitazione della Cgil e Spi Cgil per il diritto alla sanità pubblica, dopo Sassari e Olbia, fa tappa a Nuoro, nella sede centrale della Asl di via Demurtas.
Un sit-in partecipato da tanti cittadini e nel quale i dirigenti sindacali, in testa il segretario generale Fausto Durante, hanno fatto appello alle forze politiche che si candidano alla presidenza della Regione a intervenire “per porre rimedio a una sanità al disastro che non permette possibilità di cura ai sardi privi di mezzi economici”.
La protesta, che in una settimana toccherà tutte le principali città sarde, domani alle 10 si sposterà a Oristano davanti alla sede della Asl di via Carducci e venerdì mattina alle 9.30 si concluderà a Cagliari di fronte all’azienda ospedaliera Brotzu in via Peretti.
“Abbiamo voluto collocare questa mobilitazione in campagna elettorale per chiedere a chi si candida a rappresentarci che in Sardegna sia ripristinato il diritto costituzionale a essere curati – ha detto Durante -Abbiamo i pronto soccorso che scoppiano, gli ospedali al collasso, i poliambulatori e i presidi sanitari territoriali che vengono dismessi o ridimensionati; gli operatori sanitari sono sottoposti a turni disumani, a prestazioni straordinarie che non vengono retribuite e spesso sono anche esposti alle reazioni dei pazienti e dei familiari.
La sanità nell’isola è il problema numero uno con disagi enormi per i cittadini che emigrano altrove a volte per cure che potrebbero essere offerte nel territorio. I sardi pagano le tasse ed è un loro diritto essere curati al meglio in ogni territorio della regione”.
“La sanità deve essere pubblica inclusiva e distribuita su tutto il territorio della Sardegna – gli ha fatto eco la segretaria della Cgil di Nuoro Domenica Muravera – In Sardegna abbiamo una carenza di medici che raggiunge le 550 unità e qui a Nuoro è stato smantellato il terzo polo sanitario sardo insieme a tutti i presidi sanitari territoriali. Stiamo parlando di una provincia con un alto tasso di spospolamento e una popolazione anziana bisognosa di cure. In tutto questo disastro la Regione non ha speso i soldi del Pnrr destinati alla sanità”.
Presenti al sit-in anche diverse associazioni dei malati: “Chiediamo il finanziamento della sanità territoriale con l’applicazione del Dm 77 che porti in periferia vicino al paziente le strutture sanitarie – ha spiegato Elena Zidda di Medicina democratica – Sollecitiamo inoltre la costituzione del registro dei tumori e il centro epidemiologico regionale. Nel nostro territorio negli ultimi 10 anni si è verificato un disastro: è mancata la programmazione sulla formazione personale e gli interventi mirati alla sanità territoriali per lasciare che gli ospedali assolvessero alla cura delle malattie acute.
Oggi si assiste a una deportazione dei pazienti verso altri ospedali e alle dimissioni di medici e personale per le condizioni di lavoro insopportabili. La conseguenza è che il 14% delle persone in una provincia povera come la nostra sta rinunciando alle cure”.