È la Provincia che ha disatteso il cronoprogramma e ancora non c’è nemmeno un progetto da finanziare: sono questi i motivi degli ulteriori ritardi per la riapertura della strada che collega Olbia con Monte Pino, crollata durante la tragica alluvione del novembre 2013 e che provocò la morte, in quel tratto di provinciale, di tre persone.
È in sintesi la posizione dell’assessore regionale dei Lavori pubblici Pierluigi Saiu, che rispedisce al mittente l’accusa di mancate risposte arrivata dalla Provincia di Sassari con una delibera del 10 agosto scorso e che ha convocato per domani in assessorato a Cagliari, l’amministratore straordinario Pietrino Fois e il subcommissario per Olbia-Tempio, Pietro Carzedda.
“La Provincia di Sassari, già dal 2019, ha avuto un finanziamento da 6,5 milioni di euro per l’adeguamento e la messa in sicurezza della provinciale 38 – spiega l’assessore all’ANSA -.
I soldi non sono stati spesi e non solo: l’incarico di progettazione è stato affidato con due anni di ritardo, a febbraio di quest’anno”.
“I progettisti hanno quindi elaborato lo studio di fattibilità per tre soluzioni – ricostruisce Saiu – e quelle percorribili sono due: una più rapida e l’altra invece più tortuosa e complessa. La prima comportava un incremento del costo di quasi tre milioni e la seconda di quasi tredici. Se però nel primo caso – chiarisce l’esponente della giunta Solinas – non servivano nuove autorizzazioni, nel secondo l’iter necessario avrebbe allungato i tempi di realizzazione dell’intervento”.
Nella riunione del 3 aprile scorso con sindaci e rappresentanti politici del territorio, “si è deciso di seguire la soluzione più difficile, su cui io avevo espresso perplessità – ricorda Saiu – garantendo comunque l’impegno finanziario della Regione”. Poi la retromarcia: quella soluzione si rivela troppo lunga e complessa, si torna alla soluzione numero due con la delibera della Provincia del 10 agosto.
Ciò che è inaccettabile, per l’assessore dei Lavori pubblici, è “scaricare le responsabilità sulla Regione, ma la Regione se non c’è nemmeno un progetto di fattibilità tecnica ed economica non può sborsare un centesimo”. Saiu ribadisce che la Provincia ha in cassa i sei milioni “con i quali hanno appaltato la progettazione, ma ci sono anche quelli per fare i lavori”. E assicura l’impegno a garantire le risorse che mancano, quasi tre milioni di euro, “maggiori costi che si sarebbero potuti evitare se fossero stati rispettati i tempi inizialmente previsti dalla Provincia”, puntualizza. “Serve però un progetto e su questo la Provincia deve accelerare – ribadisce Saiu -. Quindi adesso basta con i ritardi e con le polemiche, l’unico obiettivo è riaprire la strada, sprecando meno parole inutili”.