Un anno fa, proprio di questi tempi, Motta, sull’onda della necessità di trovare nuovi stimoli ed evitare il pericolo di ripetersi, metteva un punto e ripartiva dalla musica con un album (dal titolo programmatico La musica è finita) che pur non rinnegando il passato cercava nuove strade.
Un anno dopo il cantautore toscano, dando seguito alle sue parole (“la musica, che finisce e riparte, si trasforma ed evolve”) fa un passo in più: ha ripreso in mano alcuni suoi lavori, non necessariamente i più famosi, dando loro nuova vita.
“Ho messo l’acceleratore su una libertà che mi mancava da un po’. Un processo libero che mi vede rimettere in discussione anche canzoni di 10 anni fa, quelle da solista e quelle con la mia vecchia band dei Criminal Jokers”, racconta l’artista, all’attivo quattro album in studio e uno dal vivo. Il risultato è Suona! Vol. 1 (prima uscita di Sona Music Records, la sua etichetta, distribuito da ADA Music Italy), in uscita in digitale. “Scardinare la verticalità degli arrangiamenti è stato bello dal punto di vista musicale, ci siamo presi delle libertà che quando sei nella costruzione di pezzi inediti non riesci a prenderti. Questo progetto lo considero un mixtape libero”, dice raccontando un disco che ruota intorno alla potenza, alla passione e ai sentimenti spesso contrastanti che la musica ha la capacità di esercitare su ogni individuo. La particolarità dell’esperimento artistico (nato e prodotto insieme a Cesare Petulicchio e Giorgio Maria Condemi) è fondere la dimensione live con quella dello studio di registrazione: dare vita a un album che suona come a un concerto e dare vita a concerti (7 e 8 novembre Roma, 17 novembre Reggio Emilia, 27 e 28 novembre Milano) in cui il cantautore e i suoi compagni di viaggio portano in scena canzoni che prendono forma come può succedere solo all’interno di uno studio di registrazione. “Un concerto diverso dagli altri, perché saremo al centro della sala e non sul palco. È una cosa che non avevo mai fatto e mi piace, così come l’idea di farsi trovare a nudo anche negli eventuali errori, come se fossimo in sala prove aperta. Nonostante tanti anni di palco, questa situazione mi mette un po’ di paura e di vertigine, ma mi fa sentire vivo”.
La scelta delle canzoni da inserire “è caduta su quelle che dal punto di vista musicale sono più interessanti: vedere come queste canzoni negli anni sono cambiate. Hanno preso un’altra via mentre le suonavamo sul palco e sono cambiate ancora una volta tornati in studio. Di certo non è un Best of, che di solito non fai al quarto disco, anche perché i miei best of non sono quelli degli altri”. Un lavoro che al momento non ha un Volume 2 già pronto, “ma l’idea, un po’ folle, è farlo diventare un progetto parallelo rispetto alla mia carriera”. Il titolo, che è anche quello dell’unico inedito presente nel disco, “è un chiaro riferimento a quando ho iniziato a suonare: ho avuto la fortuna di crescere in una provincia piena di musicisti che non solo mi hanno aiutato a migliorare, ma anche a cercare di non parlare troppo durante i concerti fra un brano e un altro, visto che una parola in più poteva essere zittita da un urlo unanime, appunto… ‘Sona’”, spiega ancora Motta che con la sua etichetta si prenderà “la completa libertà di scegliere come e quando fare uscire degli album anche estranei a me. Fare il talent scout? L’aspetto didattico, inteso come difendere certi progetti, mi stimola e mi fa star bene, mi piace. Dunque, perché no?”. Per il momento invece si dice non molto interessato al festival di Sanremo, al quale partecipò nel 2019. “No, non ci sto pensando. Adesso sto pensando ai concerti da fare!”.