Motta, ‘un nuovo album per ripartire da zero’

Tre album in studio all’attivo, due dei quali premiati con la Targa Tenco come miglior Opera Prima nel 2016 per La fine dei vent’anni e come Miglior Album in Assoluto nel 2018 con Vivere o Morire: per molti sarebbe motivo di di rimanere nella comfort zone, continuare sulla stessa linea.

Non per Motta che al quarto lavoro discografico decide di azzerare tutto: infatti esce La musica è finita (Sugar), che già dal titolo indica la nuova via.

“Non rinnego niente di quello che ho fatto, anzi – racconta il cantautore toscano, da anni trapiantato a Roma -. Ma ad un certo punto ho avuto la sensazione di ripetermi. E allora metto un punto e riparto da ciò che per me è ragione di vita: la musica, che finisce e riparte, si trasforma ed evolve”. E l’inevitabile collegamento con il successo che porta la firma di Franco Califano, assicura, è solo casuale. “Non ci avevo davvero pensato, perché ormai quella frase nella sua genialità è entrata nel linguaggio comune, è diventato un modo di dire. Per questo l’ho usata”. Un disco, dunque, diretto e potente, anticipato dal brano omonimo e da Anime perse, nel quale Motta diventa voce narrante del progetto, che vede anche le collaborazioni con Willie Peyote, Giovanni Truppi, Jeremiah Fraites. “Non sono tipo da feat. Oggi le collaborazioni vanno molto di moda e finora me ne ero tenuto lontano, perché quando tutti vanno in una direzione, io vado nell’altra. Stavolta l’ho fatto perché si tratta di colleghi che stimo e con i quali c’è comunione d’intenti. Ma non mi vedrete mai fare un brano trap”. La produzione è affidata a Tommaso Colliva, “anche lui ha contribuito con il suo modo di lavorare completamente nuovo per me, a farmi ripartire da zero”. Premi, riconoscimenti, eppure la necessità di azzerare tutto, come se non fosse arrivata quella consacrazione da parte del pubblico che si attendeva. “Ho sempre fatto quello che mi piaceva, quindi non ho rimpianti”, spiega ancora Motta.

Ci saranno tante canzoni nuove e no, non lo considero un azzardo”. Il via da Livorno. In tutti i concerti saranno presenti i volontari di Emergency, “perché – tiene a sottolineare l’artista – sarò sempre dalla parte di chi sostiene la diffusione di una cultura di pace. Come ha detto Gino Strada ‘Io non sono pacifista. Io sono contro la guerra’”. Del resto, la sua posizione l’aveva già espressa nel 2019 con la sua partecipazione al festival di Sanremo con il brano Dov’è l’Italia, grido verso un Paese che mancava di umanità, in particolare nei confronti dei migranti. “E di certo da allora le cose non sono migliorate, ma avevo sbagliato target. Volevo farmi sentire, ma chi avrebbe dovuto ascoltare non l’ha fatto. A Sanremo tornerei, non potrebbe essere diverso per uno che come me scrive canzoni. Ma non so quando, o meglio quando sarà il momento”.

 

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