Dal 3 all’8 giugno 2025, nasce il Festival internazionale del Cinema di Pompei, un evento unico che mira a esplorare e celebrare le diverse identità culturali del nostro pianeta. Un vibrante manifesto dell’importanza della conservazione delle identità culturale, una riflessione profonda sulla cultura e sulle tradizioni che definiscono ciascuna comunità. Sotto l’egida artistica di Enrico Vanzina e la gestione progettuale di Annarita Borelli, il Festival Internazionale del Cinema di Pompei, si annuncia come un evento di rilievo internazionale. Una esperienza immersiva, che unirà il cinema a turismo, moda, comunicazione e arti visive, con l’obiettivo di esaltare e custodire le radici culturali, sia italiane che internazionali.
Un festival per valorizzare il patrimonio culturale mondiale – Pompei, simbolo eterno di bellezza e memoria storica, diventa l’emblema perfetto per un evento che guarda al cinema come una chiave per connettere passato e futuro. Il Festival promette di regalare non solo emozioni ma anche nuova linfa al panorama culturale e cinematografico internazionale, attirando l’attenzione di artisti, cineasti e pubblico da ogni parte del globo.
Il programma: sei giorni di grande cinema e cultura – La manifestazione inizierà il 3 giugno con un’elegante serata di apertura, mentre dal 4 al 7 giugno il cuore pulsante dell’evento sarà animato da proiezioni di film in concorso. Il gran finale, previsto per l’8 giugno, sarà una serata di gala interamente dedicata alla premiazione delle opere più meritevoli.
Tra i protagonisti del festival troviamo lungometraggi internazionali provenienti da tutto il mondo, dalle Americhe all’Asia, passando per Africa ed Europa, capaci di offrire una prospettiva multiculturale unica. I cortometraggi, invece, renderanno omaggio al territorio campano e all’Italia, narrando storie ispirate alle tradizioni locali. Una delle grandi novità sarà la sezione dedicata ai film in formato verticale, molto amati sui social media: un’opportunità per esplorare linguaggi visivi contemporanei. Durante il festival, inoltre, un laboratorio creativo porterà alla realizzazione di un film in tempo reale, coinvolgendo pubblico e professionisti.
In programma anche retrospettive memorabili, sedici proiezioni proposte in rassegna, una immersione nei classici intramontabili del cinema mondiale. Saranno proposte anche pellicole firmate da grandi registi italiani abbinate a quattro incontri imperdibili con gli autori stessi: ogni giornata del festival ospiterà le opere di un regista di spicco, con proiezioni distribuite lungo tutta la giornata.
Una sezione del Festival sarà dedicata a film o docufilm di carattere archeologico. Racconti che mettono in risalto lo stresso rapporto esistente tra ritrovamenti archeologici e territorio. Una ricerca continua dei reperti del passato che servono in maniera decisiva a riportare a galla un passato che ci definisce dal punto di vista identitario. Nessun luogo più di Pompei si presta a questa vetrina culturale della diffusione dei valori archeologici veicolati da immagini filmiche.
Sezioni di studio: cinema e gli intrecci con la società – Come parte integrante della celebrazione, il Festival ospiterà tre approfondimenti tematici: “Cinema e linguaggio”, con la partecipazione di luminari dell’Accademia della Crusca, docenti universitari ed esperti del cinema italiano; “Cinema e turismo”, una riflessione sul dialogo tra arte cinematografica e promozione territoriale, con la partecipazione di ministeri, istituzioni regionali e accademici; “Cinema e costume”, un tributo al rapporto fra cinema e moda italiana, valorizzando l’incontro tra design raffinato e narrazione visiva.
“Pompei rappresenta un luogo carico di memoria e significato, e il Festival mira a utilizzare questa eredità come metafora dell’importanza di custodire le nostre radici. In un mondo sempre più globalizzato, vogliamo riappropriarci del valore dell’identità come elemento insostituibile” ha commentato la Presidente Annarita Borelli. “Il Festival vuole porsi come occasione per riscrivere una narrativa culturale che conservi l’unicità del singolo, evitando la dissoluzione nella massificazione globale”.
“La sfida principale è proprio questa – conclude il direttore artistico Enrico Vanzina – riuscire a bilanciare l’approccio contemporaneo, che abbraccia inevitabilmente una dimensione globale e tecnologica, con la necessità di mantenere un legame profondo con le nostre radici. Vogliamo portare avanti un racconto che non perda di vista da dove veniamo, valorizzando l’unicità delle esperienze locali, storiche e culturali, senza cadere nella trappola della standardizzazione. Questo festival vuole essere uno spazio per riflettere su come l’identità possa evolversi senza dissolversi nella globalizzazione, creando nuove connessioni senza dimenticare le proprie origini”.