Nato, gli F-35 atterrano a Decimomannu

Da sede di addestramento a base operativa. L’aeroporto militare di Decimomannu diventa uno snodo di possibili guerre future. Lo ha deciso il dicastero della Difesa. Il ministro Guido Crosetto ha dato comunicazione ufficiale che il poligono situato a 30 chilometri da Cagliari a breve ospiterà stabilmente uno stormo operativo dell’Aeronautica composto da una flotta di F-35 in assetto da combattimento.

L’OPERAZIONE – si legge nel documento programmatico pluriennale della Difesa (Dpp) 2024/2026 – ha un costo complessivo di 18 miliardi di euro, la cifra necessaria ad acquistare 15 nuovi F-35, parte dei quali saranno dislocati a Decimomannu e parte negli aeroporti sede degli altri due stormi dell’Aeronautica già attivi: Ghedi in Lombardia e Amendola in Puglia. Attualmente la base sarda serve solo per la sperimentazione di nuovi sistemi d’arma e per l’addestramento al tiro aereo, oltre che come sede dell’International Flight Training School, la scuola di volo che forma i futuri top gun delle aeronautiche militari dei paesi Nato. Con l’arrivo degli F-35 le cose cambieranno: Decimomannu andrà oltre il suo ruolo di addestramento e formativo per assumere una posizione di rilievo nella gestione operativa e di supporto logistico per i costosissimi velivoli di quinta generazione che sono gli F-35, gli stessi impiegati da Israele per spianare la Striscia di Gaza e il Libano.

SONO CACCIA monoposto questi micidiali aerei di quinta generazione. Equipaggiati con tecnologie che li rendono difficilmente visibili dai radar, sono progettati per essere impiegati sia nelle manovre di supporto aereo ravvicinato, sia per missioni di supremazia aerea, sia per il bombardamento. Il Documento programmatico pluriennale della difesa 2024/2026 ricorda che quello per la progettazione e la fabbricazione degli F-35 è «un programma in cooperazione con Usa, Gran Bretagna, Olanda, Canada, Danimarca, Norvegia, Australia cui allo stato attuale si aggiungono, come clienti, Israele, Corea del Sud, Giappone, Belgio, Polonia, Singapore, Finlandia, Svizzera, Germania, Grecia e Repubblica Ceca». «Il programma – ricorda la Difesa – è finalizzato allo sviluppo, all’industrializzazione, alla produzione e al conseguente supporto logistico di un velivolo in sostituzione degli aerei di terza e quarta generazione a fine vita operativa».

Nel precedente documento programmatico pluriennale, quello del 2023-2025, erano previste tre tranche di acquisizione dei nuovi F-35: 1, 2a e 2b. «Allo stato attuale – comunica Crosetto – in considerazione del mutato scenario geopolitico e dei potenziali risvolti operativi, è stata prevista una fase 3, finalizzata all’acquisizione di quindici nuovi F-35». Una fase 3 quindi (è esplicito il riferimento) in funzione della crisi in corso da Gaza a Teheran, secondo una logica di guerra per attuare la quale sono previsti ingenti finanziamenti e nuove strutture. Tra queste Decimomannu, che diventa un centro operativo di primaria importanza nel quadrante sud-occidentale dell’Alleanza atlantica.

CHE GLI F-35 arrivino ora nel Sud Sardegna a formare uno stormo da combattimento stabile oltre quelli di Ghedi e di Amendola, è la conferma di ciò che Crosetto, da quando ha assunto la carica di ministro della Difesa, va ripetendo in risposta ai movimenti antimilitaristi sardi che chiedono un ridimensionamento delle basi: non si tocca niente perché la Sardegna ha un ruolo fondamentale nel sistema di difesa nazionale, per la sua posizione al centro del Mediterraneo e oggi per la sua vicinanza alle coste africane e a quelle mediorientali. Quindi, in un’isola che ospita il 60% del totale delle servitù militari presenti sull’intero territorio nazionale, con la decisione presa per Decimomannu non solo nessuna smobilitazione, ma il contrario. A conferma poi che le forze armate italiane e la Nato considerano la Sardegna un hub irrinunciabile, insieme con il salto di qualità verso la guerra stabilito per Decimomannu è arrivata anche la notizia di un nuovo ciclo di esercitazioni congiunte tra Aeronautica e Marina che, cominciato lunedì nella base di Capo Frasca, andrà avanti sino all’8 novembre. Attività di addestramento, ma con un orizzonte operativo che si fa sempre più vicino.

Tratto da Il Manifesto

 

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