Nel settore della ceramica operano 118 imprese in Sardegna

Centodiciotto imprese in Sardegna si occupano di fabbricazione di prodotti in ceramica e porcellana per uso moderno o tradizionale.

Circa 200 gli addetti del settore. Del totale delle attività cento, l’84,7% sono artigiane. E le aziende gestite dalle donne sono il 47,2%. Sono i numeri che regalano all’isola il nono posto nella classifica nazionale per consistenza del comparto. La Sardegna però è al primo posto per incidenza delle imprese artigiane.

Il panorama delle produzioni è vario: pezzi artistici e vasellame, di uso domestico e da toletta, ma anche statuette e articoli ornamentali, vasi, brocche e recipienti utilizzati per trasporto o confezionamento di merci, articoli sanitari e pezzi isolanti. È quanto emerge dal dossier realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna, dal titolo “Ceramica ad alta vocazione artigiana in Sardegna”.

Cinquantacinque imprese (47 artigiane) operano nella vecchia provincia di Cagliari, 32 realtà (29 artigiane) in quella di Nuoro, 23 in quella di Sassari-Gallura (17 artigiane) e 8 a Oristano (7 artigiane). “Creare sinergie e reti sulla ceramica sarda, artistica e di design ma anche tipica e tradizionale, rappresenta quel valore aggiunto di cui abbiamo bisogno per valorizzare le eccellenze isolane – spiega Marco Franceschi, segretario di Confartigianato Imprese Oristano- c’è la volontà di promuovere le realtà territoriali e rendere questi prodotti elementi distintivi e altamente attrattivi di tutta l’isola”.

Al di fuori della ceramica c’è anche l’artigianato artistico. Le imprese regolari sono poche (prevalentemente oreficeria, tessuti, ceramiche, legno, pelle, metalli non preziosi, coltelleria, vetro, pietra, intreccio), in rappresentanza di meno dell’1% di tutto l’artigianato regionale. Con una media di 2,2 addetti per azienda, sono circa 400 le persone impiegate nel settore. Il valore aggiunto (stimato) è di circa 95 milioni di euro. Due i punti dolenti del settore secondo Confartigianato: le 1500 “entità” non regolari, non registrate alle Camere di Commercio, e il “falso”, circa il 50% dei prodotti non è di produzione regionale. In 5 anni sono arrivati in Sardegna oltre 27 milioni di euro di prodotti contraffatti (la maggior parte oreficeria).

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