A Napoli sesso e arte sono sincronici e connessi, l’arte e la cultura sono di fatto il regno del maschio del sud dominante, che da sempre dissemina nella cultura locale simboli fallici d’ogni genere.
L’erezione del pene da queste parti è esibizione del predominio maschile (nell’arte come nella vita), incarna simbolicamente il maschio coriaceo e dominante, lo stesso Cristo e il Cristianesimo è da sempre qualcosa di paganamente fallico, nessuno qui dimentica che la il braccio verticale in origine era il pene e i due laterali testicoli (insomma vicino al corno contro il malocchio, simboli che vivono in questa città metropolitana da sempre valorizzandosi a vicenda). Il fallo è presente anche negli insulti verbali: “Mò tì mett’o cazzo ‘mocca!” (trad.Adesso ti pongo la verga in bocca) o “Chiavat’ sta cazzo ‘nculo!” (Trad. infilati questa verga nel deretano). Il sesso è uno strumento di battaglia a Napoli, altro che amore e neomelodismo. Romantico di facciata, qui nessuno dimentica la pompa di Berlusconi o che Hitler avesse un solo testicolo (neanche che Napoleone avesse due testicoli atrofizzati).
Tutto questo per introdurvi Nicola Rivelli, l’artista italiano più famoso in Cina, Scultore Napoletano classe 1955, in mostra al Pan di Napoli che si muove tra suggestioni dialettiche con i grandi della Storia dell’arte novecentesca, proiettili cosmici che ci portano in altre e nuove dimensioni, vedute di Napoli, pippe d’artista e sculture in ferro che mostrano sinuose forme intrecciate che palesano copulazioni e fellatio d’alta maestranza Accademica, da queste parti (dal mito di Priapo a Michele Iodice al MANN), senza sesso e falli posti all’attenzione e alla fantasia dello spettatore, l’arte contemporanea non funziona, mi chiedo come mai, l’orgoglio e l’esibizionismo machista Casteddaio, nel nome del suonatore di launeddas itifallico, ancora non si legittimi con l’Alta Formazione Artistica locale, erigendosi e misurandosi con l’altrove.
di Mimmo Di Caterino