Si chiama “Confederazione degli Stati del Sahel” l’organismo creato oggi dai leader militari di Mali, Burkina Faso e Niger, riuniti nel primo vertice congiunto dopo aver preso il potere con una serie di colpi di Stato nei rispettivi Paesi.
I firmatari “hanno deciso di muovere un passo verso una maggiore integrazione”, si legge in una nota congiunta che annuncia la firma del trattato istitutivo della Confederazione. Il documento è stato sottoscritto dal leader della transizione nigerina Abdourahamane Tchiani, dal presidente di transizione del Burkina Faso Ibrahim Traore e dall’omologo maliano Assimi Goita.
L’incontro si è tenuto alla vigilia del vertice della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (Cedeao), da cui i tre Paesi hanno annunciato il loro ritiro a gennaio. Nel settembre scorso i tre Paesi – le cui giunte golpiste hanno rotto i legami con la Francia e l’Occidente posizionandosi nella sfera d’influenza russa – hanno formato l’Alleanza degli Stati del Sahel (Aes), iniziativa militare, ma anche diplomatica, che intende garantire indipendenza ai tre Paesi rispetto ad organismi regionali o internazionali.
Successivamente i ministri degli Esteri dei tre Paesi, riuniti a Bamako, hanno dato forma compiuta a questa coalizione, dandole una dimensione politica e diplomatica. Oggi i leader hanno dato ad Assimi Goita l’incarico di presiedere l’Alleanza degli Stati del Sahel, per il periodo di un anno. “Vorrei ribadire la nostra ferma intenzione a fare dell’Aes un modello di cooperazione regionale, di solidarietà per lo sviluppo, e anche un modello di integrazione sub-regionale, in omaggio ai principi della Carta di Liptako-Gourma”, ha detto Goita citando l’atto fondativo dell’Aes.
In quell’area gli occidentali sono stati scacciati (francesi e UE già partiti, gli Usa abbandonano oggi Base 101 a Niamey ed entro agosto la cruciale Base 102 di Agadez), resta solo il contingente italiano.