“Dopo settant’anni di occupazione di gran parte della Sardegna, di devastazione ambientale, di saccheggio del territorio, di morti e malattie legate alla presenza di militari della NATO e di eserciti di tutto il mondo che si addestrano in Sardegna e qui vengono a sperimentare nuove armi, il 4 novembre calate sulla nostra isola per festeggiare proprio qui la Festa delle forze armate”, affermano gli attivisti antimilitaristi.
“Per noi non è una festa! E’ un mezzo usato per una ulteriore imposizione, quella di un’idea di Patria e Unità nazionale basate unicamente sull’esercizio della forza e delle armi, che tenta di ripristinare, di fatto, uno stato fascista e di cancellare la memoria della Liberazione e del 25 Aprile come momento fondante della nostra storia” ..”Calate in Sardegna per cercare di umiliare il Popolo sardo che si è opposto in tutti i modi alla prepotenza dell’occupazione militare e per cercare di segnarne definitivamente il destino, schiacciando la volontà popolare e perpetrando l’occupazione e devastazione del nostro territorio”, prosegue la nota degli attivisti.
“Calate in questa regione martoriata dall’inquinamento delle basi, dalla disoccupazione più alta d’Italia, dalla Sanità peggiore d’Europa, dall’emigrazione dei giovani; una regione che risulta la seconda più povera in Europa, con elevatissimi indici di povertà relativa e assoluta! Venite a calpestarci ulteriormente, imponendoci i festeggiamenti delle forze armate, con il beneplacito del Governo regionale”… “Festeggeremo quando avremo cacciato via la Nato, le basii, i poligoni e la fabbrica delle bombe”, conclude la nota degli antimilitaristi che annunciano per il 4 novembre una manifestazione-corteo con raduno dalle 9.30 in piazza Giovanni XXIII.